Nel 1996, Klass, Silverman e Nickman gettarono luce su un importante concetto di lutto nel libro Continuing Bonds: New Understandings of Grief.

Il loro lavoro mette in discussione i modelli lineari dell’elaborazione del lutto, che dovrebbero condurre a un percorso che prevede: accettazione della perdita, distacco e nuova vita, e che etichettano come “patologico” il mantenimento di un legame continuato con i propri cari defunti.

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Fare le condoglianze non è mai semplice, soprattutto quando chi soffre per un lutto è un caro amico. In queste circostanze, fatichiamo a trovare le parole perché è difficile confrontarsi con il dolore di una persona alla quale vogliamo molto bene e, più in generale, con il vuoto che la morte lascia sempre dietro di sé. 

La verità è che non esistono frasi giuste o sbagliate in assoluto, però possiamo darvi alcuni suggerimenti su che cosa potreste dire a un amico che sta soffrendo per la morte di una persona cara.  

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Ci sono momenti della vita in cui vorremmo esprimere le nostre emozioni, ma per una ragione o per l’altra, non riusciamo – o non vogliamo – parlarne. E allora, perché dovremmo forzarci a parlare, se siamo senza parole? 

Quando affrontiamo il dolore di una perdita, parlare non è l’unico modo sano per elaborare il lutto. La gestione silenziosa non è per forza sinonimo di ritiro o isolamento; ognuno di noi dovrebbe essere libero di trovare il veicolo che meglio ci permette di esprimere il dolore, come ad esempio la scrittura, la lettura, il disegno, la fotografia

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