«Dopo la mia morte, sarò cremato anche se i miei parenti sono contrari?» Questa è una domanda che ci siamo sentiti rivolgere spesso da coloro che si rivolgono alla nostra Associazione per avere informazioni sulla cremazione.
Per avere una risposta, basta leggere questo articolo.
Durante i matrimoni, la presenza di un fotografo che scatta immagini agli sposi e agli invitati è una realtà consolidata che non stupisce e che non crea possibilità di imbarazzo o di turbamento.
Molto meno consueta, invece, la presenza di un fotografo professionista ai funerali, a meno che non si tratti di defunti famosi o di funerali di stato, nei quali è presente la stampa.
Eppure, forse qualcosa sta cambiando, come evidente nei tre esempi che riportiamo di seguito.
Secondo i dati elaborati e pubblicati dalla National Funeral Directors Association, è solo questione di tempo: entro il 2035 la cremazione in America raggiungerà l’80%, crescendo di un 30% rispetto i dati attuali.
Una bellissima iniziativa, che ci sentiamo di condividere, quella di Experience Camps, associazione senza scopo di lucro, con sede nel Connecticut (USA), che gestisce campi estivi dedicati ai bambiniin lutto per la morte di un familiare o di una persona cara.
Abbiamo quasi tutti la stessa tendenza: evitiamo di pensare alla nostra morte e rimandiamo a data da destinarsi tutta una serie di decisioni connesse con il morire, la morte e il post-mortem.
Questo atteggiamento porta a due conseguenze:
Rischiamo di vivere la fine della nostra vita come mai avremmo voluto.
Ci lasciamo dietro una serie di problemi e di questioni irrisolte, che chi resta deve poi affrontare.
Vediamo quindi insieme le cinque domande sulla morte che sarebbe meglio porsi finché si è in vita.
La Legge di bilancio 2018 ha già stanziato 2 milioni di euro per la realizzazione di una Banca Dati Nazionale che raccolga tutte le DAT – Disposizioni Anticipate di Trattamento e il Garante della Privacy si è già espresso in maniera favorevole alla sua realizzazione.
Eppure, all’oggi, questa banca dati non esiste ancora.
Quali rischi si corrono? Perché è così importante che la Banca Dati Nazionale delle DAT venga realizzata?
Nel 2018, in Italia risultano operanti 83 impianti per la cremazione che hanno raggiunto la soglia di 183.146 cremazioni di cadaveri all’anno, a cui si devono sommare le 37.538 cremazioni di resti mortali.
Dal confronto con i numeri del 2017, le cremazioni di cadaveri sono cresciute del 7%, con un incremento corrispondente alle 12.243 unità.
Come abbiamo presentato nell’articolo Nel futuro della cremazione: i cimiteri naturali, in risposta a una maggiore sensibilità ambientale, negli Stati Uniti d’America sono in forte aumento i cimiteri naturali.
Per darvi un’idea più precisa di che cosa siano i “cimiteri naturali”, ve ne presentiamo due: il Cimitero Naturale di Rhinebeck a New York e il Cimitero nella Foresta a Mendocino, in California.