Nell’anno 2019, nel nostro Paese si sono registrate 194.669 cremazioni di cadaveri all’anno, alle quali vanno sommate 38.305 cremazioni di resti mortali. In totale, risultano 85 impianti per la cremazione funzionanti.
Aldo Lazzari ha letto per noi il libro “Kintsugi, L’arte segreta di riparare la vita con polvere d’oro” e ci invita a riflettere sul ruolo fondamentale del dolore come crescita e rinascita personale.
Come affrontare il lutto da Coronavirus? Come comprendere quello che è successo e che ci sta succedendo? Come affrontare il senso di morte, di perdita e di smarrimento che questo periodo di emergenza sanitaria porta con sé?
A queste domande risponde il corso online gratuito“La condivisione sociale del lutto da Coronavirus”, organizzato nell’ambito della Scuola Capitale Sociale, che ha inizio il 12 settembre dalle 9.30 alle 13.30 e avrà una durata complessiva di 10 ore diluite in 4 settimane.
Che cosa hanno in comune il telefono del vento del giapponese Itaru Sasaki, la serie TV statunitense UPLOAD, il non più attivo Afterlife Telegrams e Radio Deejay?
In apparenza nulla, in realtà sono quattro esempi che mettono in luce il bisogno umano di continuare a parlare con i defunti, di mantenere vivo il dialogo con chi abbiamo amato e perso.
Il perdurare dell’emergenza sanitaria, sia pure con una maggiore possibilità di movimento rispetto alla necessaria chiusura iniziale, ci mette di fronte alla difficoltà di non poter stare accanto a famigliari e amici che soffrono: un amico che ha subito un lutto, un famigliare che viene ricoverato in ospedale o che vive isolato in una residenza per anziani.
Il fatto di non poter essere presenti fisicamente non deve però farci dimenticare che possiamo comunque offrire la nostra presenza emotiva. Rispetto anche solo a una decina di anni fa, oggi la tecnologia ci agevola notevolmente nel poter dimostrare agli altri la nostra vicinanza, anche senza esserci di persona.
Di seguito proponiamo quindi sette esempi per portare amore e conforto a chi soffre, sia pur mantenendo le distanze:
In Spagna, la Asociación Nacional de Servicios Funerarios (Associazione Nazionale dei Servizi Funebri) prevede che, entro il 2029, oltre il 70% delle persone sceglierà la cremazione.
Negli ultimi dieci anni, infatti, la cremazione in Spagna ha registrato un’evoluzione in crescendo, a discapito delle sepolture in cimitero.
In questi mesi abbiamo assistito ad avvenimenti che mai avremmo immaginato: le salme trasportate dall’esercito, i poli crematori che lavoravano a ciclo continuo, l’assenza assoluta di cerimonie funebri, i cancelli dei cimiteri chiusi.
Un fenomeno che non ha riguardato solo l’Italia, ma tutto il mondo. L’assenza di rituali funebri ha infatti avuto un impatto decisivo a livello globale, come dimostra un articolo pubblicato sul sito di radio KCRW, che ha raccolto le testimonianze di undici corrispondenti esteri.
In particolare, in tre paesi (India, Cina e Filippine), le politiche di contenimento del Coronavirus hanno inevitabilmente interrotto i rituali legati alla cremazione, con ricadute sulla popolazione e sull’elaborazione della morte e del lutto.
Una buona notizia per tutti coloro che desiderano commemorare la memoria dei propri cari defunti: da lunedì 4 maggio, riaprono i cimiteri a Bologna ed è nuovamente possibile recarsi in visita ai defunti e celebrare i funerali.
Allo stesso tempo, però, invitiamo tutti a usare la massima prudenza perché la quarantena ha certo rallentato la diffusione del virus, ma ora più di prima è importante mettere in pratica i dovuti accorgimenti per evitare ulteriori contagi.
Riepiloghiamo quindi di seguito le regole da rispettare in cimitero e ai funerali.
In questi mesi del tutto fuori dall’ordinario, nei quali le persone vivono e muoiono isolate, nei quali sono sospese le visite a chi soffre ed è malato, nei quali sono cancellati i funerali e i cimiteri sono chiusi, ci siamo chiesti: cosa si possa fare per dare sollievo a chi soffre per un lutto?
La risposta a questa domanda è arrivata su due fronti:
A causa dell’emergenza sanitaria, la nostra Associazione si è trovata costretta a chiudere le porte della propria sede, ma l’attività di SO.CREM Bologna non si è fermata e mai si fermerà.
Mai come in questo periodo, la nostra esistenza si è rivelata preziosa per i nostri soci defunti, che hanno potuto ottenere la cremazione grazie al nostro intervento.