Idee di viaggio: in visita ai cipressi di Bolgheri

Uno dei luoghi italiani più incredibili – dove la morte è evocata in molteplici modi differenti – è il lungo viale di cipressi che collega due località della Maremma livornese: San Guido e Bolgheri. 

testo di Alice Spiga – direttrice di SO.CREM Bologna

Mi sono ritrovata a percorrere questo viale nel corso delle mie vacanze estive e sono rimasta letteralmente impressionata da questo lunghissimo, apparentemente infinito, filare di cipressi. 

Il viale di cipressi della poesia di Carducci

Foto di Andrea Mondini

In totale sono cinque chilometri di cipressi perfettamente in riga l’uno all’altro, esattamente come declamato dal celebre poeta Giosuè Carducci nella poesia “Davanti a San Guido“: «I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar».

In realtà, al tempo in cui Carducci abitò a Bolgheri (1838-1848), il filare di cipressi non era lungo come quello attuale: nell’ultimo tratto verso Bolgheri erano infatti presenti degli Olivi che il Conte Ugolino fece sostituire con dei cipressi a seguito della fama riscossa da questa poesia, dando vita al viale così come lo aveva immaginato il vate nei suoi versi.  

Nel corso del tempo, i cipressi sono sempre stati preservati e manutenuti per conservare il celebre filare che, anno dopo anno, continua a rappresentare un’importante attrazione turistica e ha dato vita a un merchandising sempre più vasto e variegato (dalle saponette al gusto di cipresso alle calamite da frigo dipinte, fino alle borse decorate con la celebre frase del poeta). 

Nella poesia, Carducci racconta ai cipressi i suoi rimpianti, il senso di frustrazione per un successo che non l’ha reso ricco e famoso come quei letterati imitatori del Manzoni, il sogno di poter tornare al tempo spensierato dell’infanzia che si ritrae davanti al desiderio di ritornare a Bologna, tra le braccia dell’amata figlia (Carducci ebbe infatti l’ispirazione per la poesia mentre viaggiava in treno verso Bologna, sulla linea Roma-Pisa). 

Tra i ricordi dell’infanzia che il poeta rivive, tanto nel viaggio in treno quanto nella poesia, commuove l’immagine della nonna Lucia che da bambino gli raccontava favole d’amore e che, allora come oggi, è sepolta nel cimitero di Bolgheri

«Addio, cipressi! addio, dolce mio piano! —
— Che vuoi che diciam dunque al cimitero
Dove la nonna tua sepolta sta? —
E fuggíano, e pareano un corteo nero
Che brontolando in fretta in fretta va.
Di cima al poggio allor, dal cimitero,
Giú de’ cipressi per la verde via,
Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia
[…]
Piena di forza e di soavità.
O nonna, o nonna! deh com’era bella
Quand’ero bimbo! ditemela ancor,
Ditela a quest’uom savio la novella
Di lei che cerca il suo perduto amor!» 

Il cimitero antico, dove riposa la nonna Lucia, è tutt’ora mantenuto e conservato, facilmente raggiungibile dal centro di Bolgheri; un piccolo cimitero che sopravvive proprio grazie a questa poesia e a una nonna che, forse, mai avrebbe pensato di diventare così famosa (anche se non sono certa apprezzerebbe la sua statua in piazza a Bolgheri, messa a disposizione dei selfie dei turisti…). 

Cimitero nonna Lucia a Bolgheri

Foto da Pinterest

Ripercorrendo a ritroso il lungo viale di cipressi, con l’asfalto arabescato dalla loro ombra oblunga, non ho potuto fare a meno di pensare alle persone della mia vita che ora non ci sono più, ai ricordi che ho condiviso con loro, alle luci e alle ombre dei nostri rapporti.

Ho pensato al potere evocativo che questi alberi possiedono, da sempre scelti in prossimità dei cimiteri* e ormai diventati il simbolo della caducità della vita; un potere che Carducci aveva percepito e narrato certamente meglio di come potrei fare io. 

Per concludere, vi lascio in compagnia del cantautore bolognese Germano Bonaveri che, in questo video, recita mirabilmente la poesia “Davanti San Guido”. 

Note al testo

*Per chi non lo sapesse, i cipressi sono da sempre scelti vicino ai cimiteri perché le loro radici si sviluppano lunghe e dritte nel terreno, senza espandersi in larghezza, quindi sono ideali per non provocare danni sia ai viali alberati che conducono al cimitero sia alle eventuali tombe limitrofe.