Leggendo l’articolo pubblicato da John Pavlovitz, un pastore americano di fede cristiana noto per i suoi scritti sociali e politici, abbiamo subito pensato che stava esprimendo un concetto estremamente semplice, eppure sono così poche le persone che considerano il lutto nella sua prospettiva.
John Pavlovitz dice: tutti noi soffriamo per un lutto. Tutti noi siamo addolorati. Non solo perché abbiamo subito la morte di qualcuno accanto a noi, ma perché, vivendo, sperimentiamo ogni giorno la perdita di qualcosa o di qualcuno.
Può essere un matrimonio che si è sgretolato, la preoccupazione perché non riusciamo ad arrivare a fine mese, i figli che hanno problemi a scuola, la perdita di un lavoro…
«Forse non piangono l’improvvisa, tragica scomparsa di un genitore – scrive nel suo articolo Everyone Around You is Grieving. Go Easy. – ma le persone ferite, esauste e devastate dal dolore sono dappertutto, ogni giorno inciampano intorno a noi, e tuttavia la maggior parte delle volte siamo ignari del loro dolore».
Secondo John Pavlovitz, tutti possono essere addolorati, preoccupati o intimoriti, ma nessuno gira per la strada con un cartello sul petto con scritto “Sto soffrendo”, per cui l’unica soluzione che abbiamo nei confronti degli altri è essere gentili, compassionevoli e rispettosi, perché non possiamo sapere che cosa l’altro stia attraversando.
«La maggior parte delle persone è appesa a un filo – conclude – e la nostra gentilezza può essere quel filo».