“Quanto tempo passa tra la morte di una persona e la sua cremazione? Quanto bisogna aspettare? Ci sono tempi standard?”
Quando rispondiamo alle domande sui tempi necessari per una cremazione, ci teniamo sempre a precisare che non esistono tempi standardizzati. Ci sono infatti una serie di fattori che vanno tenuti in considerazione e che influiscono sui tempi d’attesa:
1. Le autorizzazioni
Affinché un defunto venga cremato, il polo crematorio deve ricevere non solo la salma, ma anche le autorizzazioni alla cremazione. Queste ultime vengono rilasciate dal Comune dove è avvenuto il decesso e i tempi possono variare a seconda della situazione famigliare del defunto stesso.
Come specificato dalle leggi in vigore in Italia, la volontà di essere cremati può infatti essere espressa:
- dal diretto interessato, mediante disposizione testamentaria depositata presso un notaio oppure presso un’Associazione riconosciuta che abbia la cremazione tra i propri fini statutari (ovvero una SO.CREM – società di cremazione);
- dal coniuge o dai parenti diretti più prossimi, che devono dichiarare e firmare, innanzi all’ufficiale di stato civile competente, che il defunto aveva espresso, in vita, la volontà di essere cremato.
L’unico caso in cui le autorizzazioni alla cremazione vengono rilasciate nell’immediato dopo il decesso è se il defunto era socio di una SO.CREM, perché la cremazione viene autorizzata sulla base della volontà del defunto e non c’è bisogno delle firme da parte dei parenti.
Si hanno tempi brevi anche se il defunto, pur non essendo socio di una SO.CREM, ha una situazione famigliare lineare: ad esempio un marito che firma subito dopo il decesso della moglie o un figlio unico che firma per la cremazione del padre ormai vedovo.
Possono allungarsi i tempi, invece, se il defunto non era socio di una SO.CREM e aveva molti parenti (in Emilia Romagna devono firmare tutti) oppure se i parenti sono difficili da rintracciare o vivono lontani, all’estero, e si deve attendere il loro rientro in Italia.
>>Per approfondire l’argomento delle autorizzazioni, si può leggere la nostra serie di articoli: “Sarò cremato anche se…“<<
2. Non tutti i mesi sono uguali
Ci sono mesi, nel corso dell’anno, in cui si verifica un “picco” nel numero dei decessi. Il caldo torrido dell’estate e il freddo intenso dell’inverno, ad esempio, tendono a colpire le persone già debilitate dall’età o dalle malattie e a provocare periodi di elevata mortalità.
Con l’aumento dei decessi è inevitabile che si debba attendere qualche giorno in più per una cremazione perché aumentano anche le salme che vengono trasportate al polo crematorio, con relativo allungamento dei tempi d’attesa.
3. Non pretendente velocità, ma qualità
La procedura della cremazione deve essa stessa rispettare dei tempi, che non possono essere accorciati. Ogni salma viene cremata da sola, l’incinerazione di un adulto richiede circa tre ore, poi la cenere viene fatta raffreddare, vengono tolti elementi estranei (come ad esempio le protesi) e solo alla fine viene deposta nell’urna.
È un processo che richiede tempo, precisione, attenzione e deve essere svolto nel rispetto della dignità della persona defunta; meglio dunque aspettare un giorno in più, se questo significa poter contare su un servizio di qualità.