«Con la morte è come con il sesso, bisogna aspettare che sia il bambino a porre le domande. Non bisogna stimolarle, ma rispettare i suoi tempi.
«Una volta che il bambino pone delle domande sulla morte, bisogna cercare di porsi al suo livello, senza trattarlo come se fosse un adulto e cercando di capire a che livello si può dare una risposta».
Con queste parole, il professor Francesco Campione inizia la video-intervista che vi riportiamo in questo articolo, nella quale spiega in che modo parlare di morte ai bambini.
Dalle sue parole emerge che, come per molti altri temi, non esistono delle vere e proprie regole o dei vademecum che valgano per tutte le famiglie e per tutti i bambini.
Questo perché le risposte che diamo ai nostri figli sulla morte dipendono in massima parte dall’educazione che i genitori intendono dare loro.
Più che di “regole”, quindi, si può parlare di suggerimenti generali che possono aiutare i genitori a parlare della morte con i propri figli.
1. Usate parole semplici
Quando si arriva ad affrontare questo tema con i bambini, è sempre meglio essere chiari, usando parole semplici.
Ad esempio, utilizzate la parola morte, evitando locuzioni come “il nonno si è addormentato”, oppure “la nonna è andata in un posto migliore”.
Queste locuzioni potrebbero essere infatti mal-interpretate dal bambino, generando sentimenti difficili da gestire, come l’attesa del risveglio o del ritorno del nonno, cosa impossibile da verificarsi, oppure il senso di colpa: il bambino potrebbe pensare che la nonna è andata a stare in un posto migliore perché lui si è comportato male.
Meglio quindi dire, ad esempio: «Ho una notizia triste da darti. La nonna è morta oggi», poi fare una pausa, per dare al bambino il tempo di registrare l’informazione.
Solo quando il bambino ne sentirà il bisogno, porrà ulteriori domande; domande che, come specifica appunto il Prof. Campione, non vanno sollecitate, ma attese, rispettando i tempi del bambino stesso.
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2. Siate coerenti
Come dicevamo, le risposte alle domande del bambino dipendono soprattutto dall’educazione che i genitori intendono dargli.
Siate quindi sempre coerenti con le vostre idee educative. Per cui, se scegliete un’educazione d’impronta cattolica, sarà giusto raccontare ai figli che i defunti diventano angeli e vanno in Paradiso.
Se invece si sceglie un’educazione di stampo più scientifica, come conclude il prof. Campione: «Bisognerà spiegare loro il processo biologico del morire: che il corpo muore, si decompone e diventa nutrimento per gli alberelli, rientrando nel ciclo naturale della vita»..
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Per approfondire
- Guarda la video-intervista al Prof. Campione
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- Si consiglia la lettura di F. Campione, La Domanda che vola – Educare i bambini alla morte e al lutto, ed. Dehoniane, Bologna, 2012