La clinica medica universitaria Bridgepoint Active Healthcare, con sede a Toronto, Canada, è una delle primissime strutture ad aver iniziato la sperimentazione della realtà virtuale nel programma di cure palliative.
Una delle primissime pazienti ad aver sperimentato la realtà virtuale – Meike Muzzi, un’anziana signora affetta da una malattia terminale – si è già dichiarata entusiasta.
La signora Muzzi ha infatti avverato il suo sogno di viaggiare attraverso le pianure dell’Africa, anche se avrebbe voluto rimanere più a lungo con gli elefanti, ed presto potrà ritornare in Corsica, dove da ragazza nuotava in un arcobaleno di pesci e di coralli.
Tutto questo grazie a uno smartphone, a un visore per la realtà virtuale, a un paio di cuffie e a un giovane consulente esperto in tecnologia: David Parker, sostenuto dal dottor Leah Steinberg, medico responsabile delle cure palliative della clinica.
Si tratta di una tecnologia che permette di creare video estremamente realistici a 360°, abbinando anche suoni e rumori, per un’esperienza immersiva, tanto che la persona ha la percezione di essere veramente nel luogo ricreato.
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Per approfondire
Si rimanda alla lettura dell’articolo completo in lingua inglese