Procede l’iter normativo delle Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. Un iter che ci auguriamo possa portare – in tempi ragionevoli – a una legge in grado di tutelare le volontà dei cittadini relative al fine vita.
Dopo un anno di rinvii (e una discussione, quella del 13 marzo, avvenuta in un’Aula deserta che ha provocato ben più di una polemica – ne hanno parlato anche personaggi televisivi come Maurizio Crozza e Luciana Litizzetto) è infatti all’esame dell’Assemblea della Camera il testo unificato delle proposte di legge Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, già esaminato dalla XII Commissione affari sociali.
Il provvedimento affronta i temi del:
- consenso informato, disciplinandone modalità di espressione e di revoca, legittimazione ad esprimerlo e a riceverlo, ambito e condizioni,
- e delle disposizioni anticipate di trattamento, con le quali il dichiarante enuncia – in linea di massima -i propri orientamenti sul “fine vita” nell’ipotesi in cui sopravvenga una perdita irreversibile della capacità di intendere e di volere.
Il testo originario, di cui vi abbiamo parlato nell’articolo Presentato a Bologna disegno di legge sul testamento biologico, subirà quindi certamente modifiche e integrazioni da qui all’approvazione finale. Infatti: «Dei quasi 300 emendamenti preparati – si legge su Il Fatto Quotidiano – ne sono stati votati circa una trentina in quasi due giorni. Ne restano 250 ancora da discutere».
Nel frattempo però è stato approvato con larga maggioranza (348 voti favorevoli e 32 contrari) la possibilità per il paziente di rifiutare idratazione e nutrizione artificiale, che sono da considerarsi “trattamenti sanitari, in quanto somministrazione su prescrizione medica di nutrienti o mediante dispositivi sanitari”.
A differenza di quanto era stato preventivato nella prima bozza di legge, gli emendamenti votati alla Camera hanno introdotto l’obiezione di coscienza per il medico, «purché sia garantito – si legge su La Repubblica – il diritto del paziente»; un assunto che finisce per demandare alle strutture sanitarie il compito di garantire la presenza di medici “non obiettori”, così da poter garantire la tutela dei diritti dei pazienti.
L’Aula della Camera riprenderà la discussione il prossimo 19 aprile. Nell’attesa di sapere che cosa succederà, vi suggeriamo l’ascolto dei due interventi tenuti in aula dalla senatrice Michela Marzano, che ha tenuto a portare in parlamento la voce di Eluana e di tutti coloro che non hanno più la possibilità di battersi.
«Io dico che questa legge va votata e va votata subito, – ha dichiarato la Marzano a conclusione del suo appassionato e commuovente discorso. – Andrebbe forse migliorata, certo, ma basta parlare di fretta, perché di fretta non ce n’è stata, di tempo se n’è perso tantissimo ed è arrivato il momento che la legge riesca a sancire il rispetto della propria umanità».