Quando muore una persona che conoscevamo appena, il lutto può prendere contorni più astratti, talvolta difficili da definire e da elaborare.
Succede quando muore qualcuno che non abbiamo fatto in tempo a conoscere, oppure poteva essere un parente o un amico che, per impegni di varia natura, abbiamo frequentato meno di quanto desiderassimo.
In questi casi potreste provare una moltitudine di sentimenti e potreste sentirvi non legittimati a esternarli, rendendo l’elaborazione della perdita più complessa.
“Non credevo che avrei provato qualcosa”
Conoscevi appena la persona che è morta, eppure ora ti ritrovi a fare i conti con una vasta gamma di emozioni e di sentimenti che non pensavi avresti provato.
Potresti sentirti abbandonato, rimpiangere di non aver trovato il tempo di conoscere il defunto o sentirti in colpa per averlo frequentato poco, truffato e risentito che la morte abbia rubato la tua opportunità di avere una relazione con lui, e così via.
È importante capire che tutti questi sentimenti sono normali e che hai tutto il diritto di sentirti triste e addolorato, anche se lo conoscevi appena.
“Perché sei triste? Nemmeno lo conoscevi!”
Quando non si fa parte della cerchia ristretta di famigliari e amici di una persona, il rischio è infatti di sentirsi privati del diritto di soffrire.
“Perché dovresti soffrire per la morte dello zio? Lo conoscevi appena”, questa è una delle frasi che potresti sentirti dire da chi, invece, conosceva molto bene lo “zio” e sente, quindi, di essere legittimato a soffrire e a piangere.
È importante capire che il dolore può nascere tanto dalle cose che abbiamo vissuto quanto da quelle che non siamo riusciti a vivere.
Avrei dovuto, potuto…
Il rimpianto è il sentimento più difficile da gestire quando muore una persona che abbiamo frequentato poco o che non frequentavamo più da tempo.
Il dolore finisce per concentrarsi maggiormente su perdite astratte, come quello che avrebbe potuto essere o avrebbe dovuto dire/fare, rispetto a perdite tangibili.
E invece di piangere ricordi particolari del passato, potresti pentirti del fatto che non hai mai avuto la possibilità di realizzare questi ricordi.
In questo senso, è importante elaborare questi rimpianti, rendendosi contro che, proprio perché la vita è fatta si scelte, finiamo sempre per esporci all’avrei “dovuto, potuto”.
Impariamo piuttosto dalle nostre esperienze, viviamo appieno la vita che ci siamo scelti e portiamo con noi i ricordi di quello che abbiamo vissuto e di quello che non siamo riusciti a vivere; tutto questo ci rende quello che siamo.
E se non riuscite a venire a patti con la perdita?
Non c’è alcuna vergogna nel rivolgersi a un professionista e chiedere aiuto; a volte ciò che non siamo riusciti a vivere può risultate più difficile da elaborare di quello che abbiamo vissuto.