LE CREMAZIONI EFFETTUATE IN ITALIA NEL CORSO DEL 2014 sono cresciute del 6,5% rispetto all’anno precedente, traducendosi in un aumento di 7.246 unità. A renderlo noto è SEFIT-Servizi Funerari Italiani, che come ogni anno ha pubblicato le statistiche sul settore evidenziando che nel 2014 sono state complessivamente effettuate 117.956 cremazioni di feretri contro le 110.710 del 2013.
L’incidenza effettiva della cremazione sul totale delle sepolture ha raggiunto nel 2014 il 19,71%, e le regioni dove la cremazione è più diffusa – in termini di rapporto percentuale rispetto al dato nazionale – sono la Lombardia (24,8%), il Piemonte (16,1%) e l’Emilia-Romagna (13%).
Tra i fattori che favoriscono questo trend, SEFIT sottolinea la presenza di un maggior numero di impianti sul territorio e la crisi economica, “anche se la spinta al cambiamento accenna ad affievolirsi finché non saranno attivati ulteriori impianti”.
Le regioni che hanno registrato invece la maggiore crescita percentuale rispetto al 2013 sono la Puglia (+22,1%), la Sardegna (+20,9%) e il Piemonte (+16%), mentre quelle che rispetto all’anno precedente hanno registrato una crescita numerica più elevata sono state il Piemonte (+2.618), la Lombardia (+2.119) e l’Emilia-Romagna (+1.591).
La cremazione continua a prevalere soprattutto al Nord, che conta su una maggiore presenza di impianti, e al Centro. E come negli anni precedenti Roma, Milano e Genova si riconfermano le aree metropolitane col maggior numero di cremazioni di cadaveri effettuate – rispettivamente 10.096, 8.879, 5.580.
Le regioni italiane dove si crema di più in assoluto sono ovviamente quelle meglio dotate di impianti di cremazione: la Lombardia con 29.286 cremazioni (12 impianti presenti), il Piemonte con 18.992 cremazioni (11 impianti) e l’Emilia-Romagna con 15.384 cremazioni (9 impianti).