“Che cosa succederà adesso a SO.CREM Bologna?”
NELLE ULTIME SETTIMANE abbiamo ricevuto numerose telefonate da parte dei nostri soci, preoccupati per ciò che hanno letto sull’esito della gara di assegnazione dei servizi cimiteriali, cremazione compresa. La gara, indetta dal Comune di Bologna dopo la decisione di HERA Spa di non rinnovare il contratto relativo alla gestione di questi servizi, si è conclusa lo scorso dicembre con l’aggiudicazione all’ATI (associazione temporanea di imprese) composta da C.I.M.S. Scrl (capogruppo), AMGA energia servizi Srl, CIF Srl, Sofia Krematorium Srl e Nova Spes Investimenti Srl. Questa cordata sarà titolare del 49% della nuova società a controllo pubblico che avrà il compito di gestire i servizi cimiteriali.La nostra associazione faceva parte dell’unica ATI concorrente, costituita anche da Ser.Cim Srl (capogruppo), dal consorzio Co&Ge, da Iris Scarl, dal consorzio Unifica e da Coop Costruzioni. La gara è stata persa per ragioni squisitamente economiche: se sul piano tecnico avevamo ottenuto un punteggio più elevato (seppur di misura), su quello dell’offerta economica non disponevamo, purtroppo, delle risorse sufficienti a superare il nostro concorrente.
L’articolo pubblicato su Il Resto del Carlino il 29 dicembre scorso (intitolato “Nei cimiteri un appalto da capogiro”) ha sollevato diversi dubbi sull’esito di questa gara – sottolineando, ad esempio, sia il cospicuo compenso che il soggetto aggiudicatario dovrà versare all’advisor dell’amministrazione comunale (si parla di circa 900mila euro), sia la difficile sostenibilità del forte ribasso sulle tariffe (40%) proposto dalla cordata vincitrice. L’articolo si apriva inoltre con una frase a effetto (“Dovremo abituarci a un cimitero bulgaro”) che voleva evidenziare la presenza nella cordata di Sofia Krematorium, società italo-bulgara che nel nostro Paese fa capo al Gruppo Urciuoli di Avellino.
L’assessore alla Sanità del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, ha pubblicato una risposta sulle pagine dello stesso quotidiano dopo pochi giorni (per l’esattezza, il 3 gennaio 2013), e ha replicato punto per punto alle domande sollevate dal Carlino. “Un’esperienza in un contesto importante e significativo, che dovrebbe essere vissuto come un elemento di garanzia e non certo di preoccupazione”, ha scritto Rizzo Nervo in merito all’ingresso di Sofia Krematorium. Circa il compenso dell’advisor, l’assessore ha precisato che anche se si tratta di una cifra importante il costo per la collettività sarà nullo (tale compenso è infatti interamente a carico del vincitore della gara). Sulla solidità economica dell’assegnatario dei servizi e sulla sostenibilità finanziaria del piano presentato, Rizzo Nervo ha scritto che “con questa modalità e con le scelte compiute garantiremo negli anni una manutenzione straordinaria che difficilmente il piano degli investimenti del Comune di Bologna, necessariamente sempre più scarno, avrebbe potuto nei prossimi anni garantire”. E ha quindi assicurato che “il socio, nella forma di ATI, soddisfa tutti i requisiti di carattere economico e tecnico richiesti dal bando e dalla normativa” (leggi anche l’intervista rilasciata il 3 gennaio dal Presidente di SO.CREM Bologna al “Resto del Carlino”).
Dunque, che cosa succederà adesso a SO.CREM Bologna? Oggi la nostra associazione si trova a fronteggiare una situazione per certi aspetti simile a quella del 2003, quando l’assegnazione a HERA dei servizi cimiteriali la costrinse a riconsiderare il proprio ruolo e i propri scopi. La risposta allora data dal Consiglio Direttivo e dal presidente Stanzani fu che l’associazione trovava ancora la sua ragion d’essere nella “funzione istituzionale rappresentata dal rispetto della volontà crematoria”, difficilmente sostituibile “da una disposizione testamentaria che presuppone la pubblicazione notarile dell’atto con tempi ben poco compatibili col funerale e che presuppone, ancora e in ogni caso, la presenza attiva di superstiti che si facciano carico di dare esecuzione puntuale alla volontà della persona”. A ciò si sommava l’esigenza di garantire il “rispetto della dignità dell’individuo e del sentimento della pietas dell’essere umano” all’interno di “un contesto sociale nel quale la generalizzata mercificazione sta facendo evaporare nelle coscienze significato e importanza di valori e di ideali”. Appare evidente come queste considerazioni, a distanza di dieci anni, siano ancora ampiamente condivisibili.
Vogliamo dunque rassicurare i soci sul fatto che SO.CREM Bologna continuerà a esistere, conservando e accrescendo il suo impegno mutualistico a tutela dei loro diritti e della loro dignità. Se, da un lato, la nostra associazione si focalizzerà maggiormente sulla dimensione mutualistica, proponendo nuovi servizi e nuove iniziative (non ultima, l’assistenza psicologica ai superstiti), dall’altro si impegnerà a vigilare affinché le cremazioni continuino a essere gestite secondo quei principi di trasparenza e correttezza che, da sempre, le hanno contraddistinte.
Promuovere la cultura cremazionista, stimolare il dibattito culturale su tematiche affini (quali la morte e il lutto) ed evitare con la massima determinazione che la pratica crematoria possa essere equiparata alla mera gestione dei rifiuti saranno tra i nostri obiettivi fondamentali. Ma il rispetto della volontà crematoria e della dignità dell’individuo continueranno a rappresentare la nostra vera ragion d’essere.