La domanda è stata lanciata dal professor Francesco Campione che, sul suo blog Finito e Infinito, invita gli utenti a esprimere il loro parere.
Con questa inchiesta il prof. Campione, medico psicologo e tanatologo che ha portato in Italia il Death Café, si prefigge di incoraggiare il maggior numero possibile di persone a riflettere su “un dubbio antico: è preferibile vivere per sempre o morire al momento giusto e nel modo giusto?”.
Un desiderio, quello di “vivere per sempre”, che si congiunge a influenze e suggestioni tra le più disparate: dall’eterno ritorno nietzschiano al vivere per l’eternità di matrice cristiana fino alla ruota dell’esistenza dei buddisti che, al pari degli induisti, credono nella reincarnazione.
E tutto questo senza chiamare in causa gli immortali per eccellenza: da Highlander – il protagonista del film diretto da Russell Mulcahy (1986), per sempre giovane e al massimo delle sue forze – agli Struldbruggs, gli abitanti del paese di Luggnagg che “arrivano alla soglia dei sessant’anni con la terribile prospettiva di non morire mai e le loro uniche passioni sono l’invidia per i vizi dei giovani e per la morte dei vecchi. I meno sciagurati sono quelli che rimbambiscono e perdono del tutto la memoria”. (Jonathan Swift, I Viaggi di Gulliver, 1726).
La ricerca continua di nuovi modi per procrastinare (eludere, rimuovere) la morte è senza dubbio una tendenza di fondo del nostro tempo. Ci auguriamo quindi che l’indagine lanciata dal prof. Campione ci offra qualche nuovo, utile, spunto di riflessione.