Venti anni fa, in Francia, una famiglia su cento sceglieva la cremazione. Oggi sono presenti quasi 180 poli crematori che superano le 230.000 cremazioni all’anno, una famiglia su tre sceglie la cremazione e un francese su due vorrebbe essere cremato.
Quali sono i motivi che hanno decretato il successo della cremazione in Francia? Vediamoli insieme.
La crescita della cremazione in Francia è recente e particolarmente marcata. Secondo quanto pubblicato in una recentissima inchiesta pubblicata su nouvelobs.com “Obsèques : pourquoi un tiers des Français préfèrent la crémation“, nella regione settentrionale dell’Ile-de-France, tra il 2000 e il 2013, sono state cremate tra le 12.000 e le 22.000, registrando un aumento dell’80%.
Il tasso di cremazione (in relazione al numero complessivo dei decessi) nell’Ile-de-France è stato del 15% nel 2000 ed è più che raddoppiato (36,2%) nel 2016, raggiungendo il 47% a Parigi.
Nel suo libro “Une révolution rituelle – Accompagner la crémation” (éditions de l’Atelier, 2013), François Michaud Nérard, che è stato per diversi anni direttore dei servizi funebri della città di Parigi, sottolinea questa trasformazione:
«Da una pratica marginale ancora nel 1980, che riguardava meno dell’1% della popolazione, la cremazione è diventata un fenomeno di massa in appena una generazione. Oggi riguarda oltre il 30% dei funerali in Francia e quasi 50% in molte grandi città».
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Cremazione in Francia: i motivi del successo
Quali ragioni hanno quindi portato al successo della cremazione in Francia?
1) Una maggiore apertura religiosa
La cremazione è ormai accettata dalla maggior parte delle religioni: è stata accolta dalla Chiesa cattolica nel 1963, sulla scia di Concilio Vaticano II, a patto che non sia guidata da “una negazione dei dogmi cristiani” e le religioni orientali consentono o addirittura impongono la cremazione.
Restano contrari:
- gli ebrei (anche se, in Francia, il divieto riguarda prevalentemente gli ebrei ultra-conservatori, perché i liberali o i Massorti sono più aperti sulla questione);
- gli islamici. Le moschee in Francia sono unanimi e rigorosamente vietano la cremazione, che è in contrasto con i precetti del Corano.
2) Nuove disposizioni di legge
La Francia è rimasta ostile, indifferente o estranea alla cremazione per molti decenni. Ancora fino al 1980, la cremazione rappresentava 1% dei decessi.
Fu la legge n. 2008-1350 del 19 dicembre 2008 a dare un notevole impulso alla diffusione della cremazione, modificando considerevolmente la legislazione vigente dal 1887 e conferendo alle ceneri uno status giuridico, affinché venissero trattate con rispetto, dignità e decenza.
Da quella data in poi, come si legge sul sito de La Société des Crématoriums de France, in Francia le ceneri non possono essere conservate in casa o trasformate in gioielli, ma solo:
- conservate in un’urna, che può essere collocata in un luogo di sepoltura (in un colombario, in una celletta, in un monumento funebre all’interno di un cimitero);
- disperse in uno spazio dedicato all’interno di un cimitero o di un sito cinerario;
- disperse in spazi aperti in natura, lontano da costruzioni.
La legge francese prevede inoltre la possibilità di affidare l’urna al polo crematorio o a un luogo di culto per un periodo non superiore ad un anno, in attesa di una decisione in merito alla destinazione.
3) Una maggiore sensibilità ecologica
Secondo uno studio commissionato dai servizi funebri della città di Parigi, denominato “Dixit” (che potete approfondire nell’articolo Crémation ou inhumation? Vous pouvez mourir écolo!), la sepoltura in terra risulta essere più inquinante della cremazione.
Lo studio ha infatti comparato le emissioni di CO2 nell’atmosfera dei vari riti funebri e ha evidenziato che la sepoltura, in media, rilascia nell’atmosfera 869 kg di CO2, che è 3,7 volte più della cremazione.
Se poi si considera che lo studio non ha conteggiato la quantità media di metano rilasciata per diversi anni dalla decomposizione dei corpi… è facile intuire quanto la cremazione sia più ecologica.
Infine, ultimo dato da considerare: la bara. Lo studio sottolinea come la bara di legno, se impiegata per la cremazione, possa limitare ulteriormente le emissioni di Co2 nell’atmosfera. I bruciatori a gas, infatti, non hanno bisogno di essere azionati a lungo perché il legno si consuma molto velocemente ed emette, in media, solo 163 kg di CO2.
In Italia, su questo aspetto, siamo un passo avanti: le bare per la cremazione, per legge, devono essere in legno, oltretutto sverniciato oppure verniciato ad acqua, così da non rilasciare sostanze nell’atmosfera.
4) Cimiteri troppo costosi
L’argomento costi, in Francia, ha certamente influito sulla scelta della cremazione. Come si legge nell’articolo che abbiamo citato a inizio articolo, a Parigi una concessione perpetua di 2 mq, per una sepoltura, costa tra i 4000 e i 16000 euro.
Le concessioni di “box” (colombari o mini-colombari), invece, variano da 2.589 a 1.550 euro secondo i cimiteri, e sono validi per 50 anni, con un risparmio evidente.
Se poi si sceglie la dispersione, si risparmia del tutto il costo della concessione.