Quando ci troviamo di fronte a una persona che soffre per un lutto, spesso non sappiamo che cosa dire o che cosa fare e, talvolta, finiamo per dire la cosa sbagliata.
Abbiamo dedicato diversi articoli al tema del lutto, condividendo consigli su che cosa dire e su come comportarsi e su come esprimere le proprie condoglianze.
In questo caso, invece, proponiamo una serie di frasi che sarebbe meglio non dire a qualcuno che soffre per la morte di una persona cara.
1) Non cercare scuse per le tue mancanze
- “Non ho chiamato perché pensavo volessi restare solo”
- “Non sono venuto in ospedale perché odio gli ospedali”
- “Non ti ho scritto perché temevo di disturbare”
Queste frasi tradiscono l’imbarazzo che proviamo di fronte alla morte e servono solo a farci sentire meno in colpa per non aver telefonato, per non aver scritto e per non essere andati in ospedale.
Chi soffre non ha bisogno delle nostre scuse. Ha bisogno del nostro affetto. Se ci sentiamo in colpa per non aver detto o fatto qualcosa, non serve rivangare. Meglio essere presenti ora.
2) Non entrare nel merito delle cause della morte
- “Sono così dispiaciuto che sia morto di cancro ai polmoni. Era un fumatore, vero?”
- “Si è trattato di un attacco di cuore! Eh, sai, era in sovrappeso…”
Nel dire queste frasi, noi stessi cerchiamo una rassicurazione nei confronti della morte (se non ho mai fumato, non morirò di cancro ai polmoni), però finiamo anche per colpevolizzare il defunto e far sentire corresponsabile la persona che soffre.
Meglio evitare…
3) “Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa”
Ne abbiamo già parlato in altri articoli. Questa frase, per quanto possa sembrare innocua, sposta l’onere di chiedere aiuto sulla persona che soffre.
Mentre invece siamo noi – in quanto amici – a dover fare il primo passo, chiamando, scrivendo e offrendo il nostro aiuto, il nostro sostegno, o anche solo la nostra spalla su cui piangere.
>>Leggi ad esempio 8 consigli per aiutare un amico che soffre per un lutto<<
4) Evita le frasi che iniziano con “Almeno”
- “Almeno ha finito di soffrire”
- “Almeno hai altri figli”
- “Almeno ora puoi andare avanti con la tua vita”
Iniziare una frase con “almeno” significa costringere la persona che soffre a vedere il lato “positivo” di una situazione che, soprattutto nell’immediato, provoca solo dolore e sofferenza.
Meglio dire: “Non posso immaginare che cosa stai provando. Ti sono vicino”.
5) Attenzione ai riferimenti religiosi
- “Dio non ti dà mai più di quello che puoi gestire”
- “Ora è in un posto migliore” o “Dio lo voleva in Paradiso”
- “Era il piano di Dio”
- “La rivedrai un giorno”.
Queste frasi, soprattutto se rivolte a una persona non religiosa, possono non essere apprezzate.
Si pensi a due genitori che hanno perso il figlio per una malattia e che si sentono devastati dal dolore; potrebbero sentirsi inadeguati (perché non sanno gestire quello che Dio sta dando loro) o arrabbiati (per quello che Dio ha tolto) o anche desiderosi di morire a loro volta (così da raggiungere il figlio).
6) “Sii forte”
Meglio non dire a una persona in lutto come dovrebbe sentirsi o che cosa dovrebbe provare. Ognuno vive il lutto a modo proprio – c’è chi ha bisogno di piangere per giorni e chi parte da solo per un lungo viaggio.
L’unico risultato che si ottiene è far sentire la persona che soffre inadeguata perché non riesce ad “essere forte”, a “tirarsi su” e ad “andare avanti con la propria vita”.
È più utile dire: “Tutto quello che senti è normale” perché fa sentire accolti, compresi e accettati per quello che si è, senza sensi di colpa e senza obblighi.
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