Nei film sembra sempre tutto molto facile. Si prendono le ceneri di un defunto, si disperdono in mare, si trasportano da una parte all’altra dell’Italia (o del mondo) senza preoccuparsi troppo di “dettagli” come le autorizzazioni o i rischi che si possono correre. Ma è veramente tutto possibile? Quanto c’è di reale e quanto di finzione?
In questo articolo, mettiamo in evidenza le imprecisioni e gli errori in materia di cremazione di un film italiano (18 anni dopo) e di una fiction italiana (Tutto può succedere), che ci permettono di fare chiarezza su un tema per noi così importante come la cremazione.
testo di Alice Spiga, direttrice di SO.CREM Bologna
Da un lato, ci rendiamo conto che spesso si tratta di scelte puramente funzionali: la storia deve andare avanti e non sempre ci si può soffermare su ogni dettaglio specifico.
Siamo anche coscienti che lo sceneggiatore, al pari di qualsiasi altro artista, abbia il diritto di prendersi delle “licenze poetiche” per rendere più coinvolgente la sua storia, per cui se Jovanotti può cantare “Sono fortunato perché non c’è niente che ho bisogno”, allora forse (e diciamo forse) Stefano Privitera può farci piangere disperdendo le ceneri del padre dal molo del porto anche se la legge, nella realtà, non glielo consentirebbe.
Premesso questo, però, riteniamo che gli utenti debbano essere consapevoli che esiste una differenza tra realtà e finzione artistica, soprattutto su argomenti così importanti come le volontà post-mortem in generale e la cremazione in particolare.
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I 3 errori nel film 18 anni dopo
Abbiamo già avuto modo di parlare del film italiano 18 anni dopo nell’articolo In viaggio per disperdere le ceneri: 2 film da vedere. Senza nulla togliere al valore del film, che tratta ampiamente il tema del lutto e della morte con molta sensibilità, in questa sede ci preme sottolineare alcune imprecisioni che riteniamo di grande importanza.
I protagonisti, infatti, si recano all’ufficio “ritiro urne” dell’impianto di cremazione. L’impiegato dell’ufficio fa notare che, senza le dovute autorizzazioni, i due ragazzi non possono assolutamente ritirare l’urna e che, in caso di occultamento, rischiano fino a tre anni di carcere. Fin qui, tutto corretto.
Gli errori e le imprecisioni nascono dopo:
1) Siccome i figli non hanno intenzione di “perdere tempo” a richiedere le autorizzazioni, ecco l’escamotage trovato dallo sceneggiatore: trafugano le ceneri e le svuotano dentro un posacenere. In una sola scena: violazione di proprietà privata, furto, vilipendio e occultamento di cadavere… certamente non educativo.
2) L’escamotage descritto al punto 1 è certamente scenografico, ma non reggerebbe nella realtà. Proprio per proteggere le ceneri da manomissioni improprie, l’urna viene immediatamente sigillata e e i sigilli vengono aperti solo se c’è un’autorizzazione alla dispersione (si veda il punto 3 di “I 4 errori di Tutto può succedere”). Quindi non è possibile:
- che il figlio non abbia problemi ad aprire l’urna (serve almeno un cacciavite…);
- che gli addetti del crematorio (o del comune o della polizia mortuaria) non si accorgano della manomissione dell’urna, vista la rottura dei sigilli;
- un corpo bruciato si trasforma (in media) in 2,4 kg di cenere: abbiamo forti dubbi che possa essere contenuta in un solo posacenere (per quanto questo sia grande)!
3) Per concludere, è materialmente impossibile che il figlio, finite le operazioni di travaso delle ceneri, non si sia minimamente sporcato. Le ceneri riempiono a tal punto l’urna che è impossibile riuscire a rovesciarle in un unico gesto, soprattutto in un contenitore così piccolo come il posacenere del film. Avrebbe dovuto svuotare l’urna una manciata alla volta e, anche così, avrebbe sicuramente sporcato se stesso e il crematorio. Insomma: irrispettoso della dignità del corpo defunto e poco verosimile.
Molto accurata e certamente frutto di uno studio approfondito, invece, la descrizione del processo di cremazione fatta da uno degli addetti del crematorio. Possiamo confermare: è tutto vero, fin nei minimi (e un po’ macabri) dettagli.
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I 4 errori nella Fiction Tutto può succedere
In una scena contenuta nella fiction Tutto può succedere (6° episodio della seconda serie, andato in onda il 21 maggio 2017 e rivedibile su RaiPlay), uno dei personaggi principali – Stefano Privitera – disperde le ceneri del padre esaudendo le sue ultime volontà.
Certamente è apprezzabile che la R.A.I. tocchi temi importanti come la morte e il rispetto delle decisioni espresse in vita sul destino del proprio corpo, valore che è alla base dell’esistenza di tutte le SO.CREM presenti in Italia, ma dobbiamo segnalare alcune inesattezze che, nel contesto di una popolare e seguitissima serie TV, potrebbero ingenerare pericolosi equivoci:
- Il ragazzo disperde le ceneri del padre dal molo: ciò non è possibile. La Legge che regola la dispersione in natura delle ceneri prevede che esse vengano disperse a una certa distanza dalla costa, dove non ci siano natanti o manufatti (il molo è uno di questi).
… - Il ragazzo apre l’urna come se fosse una scatola: ciò non è possibile. L’urna viene consegnata sigillata e i sigilli, all’atto della dispersione, devono essere rotti da un pubblico ufficiale o da un suo delegato (secondo i Regolamenti comunali) o, comunque, dall’avente titolo (in questo caso: sarebbe la madre del ragazzo).
… - Il ragazzo dice che la madre non è stata avvertita di questa sua decisione, presa nel rispetto delle volontà del padre, che aveva chiesto la dispersione delle ceneri. Anche questo non è possibile. A meno che il padre non avesse lasciato una volontà testamentaria, la dispersione delle ceneri deve essere autorizzata con il consenso della moglie. Oltretutto, se la moglie avesse richiesto l’affido dell’urna, per tenerla in casa (come dice il figlio), la donna rischierebbe pesanti sanzioni pecuniarie (fino al carcere) perché qualsiasi manomissione non autorizzata delle ceneri è – per legge – vilipendio di cadavere.
… - Il ragazzo svuota le ceneri direttamente dall’urna e con estrema facilità: ciò non è possibile. Come abbiamo già detto sopra, le ceneri sono compresse all’interno dell’urna, che deve essere necessariamente svuotata a poco a poco.
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Nota di redazione
Ci teniamo a ringraziare Linda Natalini, vicepresidente della Federazione Italiana Cremazione, che – in maggio 2017 – inviò una lettera alla Direttrice R.A.I. Fiction per segnalare gli errori apparsi nella fiction Tutto può succedere. L’idea di questo articolo nasce proprio dalla sua lettera, che è stata in parte utilizzata per la redazione di questo testo; lettera che, duole ammetterlo, non ricevette mai alcuna risposta.