I dubbi dei cittadini sulle DAT: ne abbiamo parlato con Comune e Regione

Venerdì 22 giugno 2018, SO.CREM Bologna è intervenuta all’udienza conoscitiva sul Registro delle Disposizioni Anticipate di Trattamento del Comune di Bologna, proposta su iniziativa di Roberta Li Calzi, Presidente della commissione consiliare Parità e Pari Opportunità. 

Socrem Bologna interviene sulle DAT

La riunione si è tenuta alle ore 9:00 presso la Sala Imbeni a Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6 – Bologna e ha visto gli interventi di:

  • Donata Lenzi, ex parlamentare, relatrice alla Camera della proposta di legge sul testamento biologico e le disposizioni anticipate di trattamento
  • Federica Banorri, Direzione generale cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna
  • Vittorio Melchionda e Alice Spiga, rispettivamente Presidente e Direttrice dell’associazione di promozione sociale SO.CREM Bologna
  • Susanna Zaccaria, Assessora agli Affari Istituzionali, Servizi Demografici e Pari opportunità del Comune di Bologna

La nostra associazione ha avuto l’onore di portare all’attenzione dei presenti i problemi oggettivi che i cittadini stanno riscontrando nell’applicazione della Legge 22 dicembre 2017, n. 219 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”.

In particolare, abbiamo raccontato che:

  1. I cittadini non conoscono i loro diritti in ambito di fine vita (DAT / Cure palliative / Terapia del dolore / Sedazione palliativa profonda).
  2. Anche quando ne sono informati, non sanno che cosa scrivere nelle loro DAT e spesso si affidano a moduli precompilati online che presentano molteplici errori e sono spesso fuorvianti.
  3. Gli impiegati comunali sono incaricati ad accogliere e registrare le DAT, ma non per dare informazioni al cittadino che, non sapendo a chi rivolgersi, spesso desiste.
  4. I medici di base sarebbero gli interlocutori più indicati per dare ai cittadini informazioni sulle pratiche mediche che si intende accettare o rifiutare, ma lamentano un’oggettiva mancanza di tempo e l’assenza di vincoli specifici all’interno della legge.
  5. Ogni Comune in Italia si sta auto-gestendo, creando discrepanze anche vistose nelle modalità di consegna delle DAT (alcuni le ritirano solo se in busta chiusa, altri solo se c’è il nome del fiduciario anche se nella legge non è obbligatorio, altri ancora pretendono la firma della persona e del fiduciario davanti all’impiegato comunale, ecc.)

Per garantire una corretta applicazione della Legge, abbiamo quindi chiesto che: 

  1. La Regione Emilia Romagna stili un documento, da condividere con tutti i Comuni, contenente  indicazioni chiare e uniformi sulle modalità operative con cui devono essere accettate e registrate le DAT, in modo non ci siano discrepanze (almeno a livello Regionale).
  2. Vengano intraprese e/o sostenute iniziative che permettano ai cittadini di conoscere l’esistenza della Legge 22 dicembre 2017, n. 219 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” e della Legge 38/2010 sulla terapia del dolore e le cure palliative.
  3. Si inizi a pensare alla creazione di opuscoli e/o sportelli informativi dove i cittadini possano trovare informazioni corrette su che cosa scrivere nelle DAT e su dove e come devono essere consegnate. 

Parallelamente, abbiamo avuto l’occasione di complimentarci con la Regione Emilia Romagna perché, al momento, è l’unica in Italia che sta già lavorando concretamente per l’inserimento delle DAT all’interno della Cartella Sanitaria Elettronica (e quindi anche nel Fascicolo Sanitario Elettronico); solo in questo modo, infatti, gli operatori sanitari saranno informati in automatico della presenza di una Disposizione Anticipata di Trattamento. 

Ci teniamo quindi a ringraziare il Comune di Bologna, e in particolare Roberta Li Calzi, per l’invito e vi terremo informati dei successivi passi in avanti.