«La sofferenza inutile è un male che dovrebbe essere evitato nelle società civili e dovrebbe essere evitato sia quando la malattia non è più guaribile sia quando la condizione clinica di disabilità è irreversibile e porta con sé dolore e umiliazione; quindi in tutte quelle condizioni di vita che sono andate al di là del limite dell’umana sopportazione».
Questo è quanto sostenuto da Maria Antonietta Farina Coscioni al convegno Con dignità, senza dolore, organizzato da SO.CREM Bologna il 12 gennaio 2019 per approfondire il tema delle cure palliative e della terapia del dolore nell’ambito del fine vita.
Nel corso del suo intervento, Maria Antonietta ha puntato l’attenzione sul concetto di sofferenza, che va ben oltre il dolore fisico: l’International Association for the Study of Pain (IASP), infatti, nella definizione di dolore che risale agli anni Novanta parlava di questa sofferenza come di un dolore globale che non è solo dolore fisico.
«È di questo dolore globale di cui oggi dobbiamo farci carico – ha continuato la relatrice. – La dimensione delle cure palliative e della terapia del dolore è stata introdotta con i malati oncologici, ma oggi dovrebbe riguardare anche chi soffre di malattie neurodegenerative e tutti coloro che si trovano in condizioni di gravi disabilità.
«Questa è la dimensione che dovrebbe essere contemplata in una legge che faccia riferimento alle cure palliative e alla terapia del dolore, perché le sofferenze fisiche e psichiche, se sono costanti e refrattari ai trattamenti sanitari, non riguardano solo i malati terminali.
«Quando parliamo di terapia del dolore, dobbiamo ammettere che la sofferenza psicologica del malato o del disabile merita di essere considerata su un piano di parità con la sofferenza fisica e con la fase terminale e quindi, se refrattaria ai trattamenti offerti al paziente, debba entrare nei protocolli medici delle cure palliative.
«Dico questo facendo riferimento a due documenti:
- Una risoluzione del Consiglio d’Europa, che mette in strettissima relazione le cure palliative con l’autodeterminazione del malato e del disabile, sancendo che le cure palliative si possano applicare alle persone con malattie gravi, con forti dolori o con grande prostrazione, introducendo il concetto di sofferenza psichica accanto a quello di dolore fisico, affinché chiunque possa esercitare i propri diritti umani, civili e partecipativi fino alla morte.
- Un documento della Società Italiana di Cure Palliative che definisce le condizioni di stress esistenziale e psicologico come: “Condizioni d’angoscia, panico, ansia, terrore, agitazione, con caratteristica di persistenza d’intollerabilità del malato per il proprio vissuto, con perdita del senso della vita e della morte, sensazioni di dipendenza, desiderio di controllare la propria morte, senso di abbandono”.
«Da queste premesse nasce una proposta di legge, che stiamo portando avanti insieme a diversi senatori del Partito Democratico, che prenda in considerazione questa nuova dimensione della sofferenza, affinché chiunque possa esercitare i propri diritti – umani, civili e partecipativi – fino alla fine».
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Per approfondire
È possibile rivedere tutto il convegno Con dignità, senza dolore grazie alla video-registrazione curata da RadioRadicale: Convegno sulle cure palliative: la video registrazione
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Maria Antonietta Farina Coscioni
Parlamentare nella XVI legislatura, Presidente dell’Istituto Luca Coscioni, Co-conduttrice della trasmissione La nuda verità per Radio Radicale. Con Marina Ripa di Meana, ha lanciato l’appello Fallo Sapere, Fatelo Sapere in tema di sedazione palliativa profonda.