Nell’era del cambiamento climatico, le preoccupazioni ambientali hanno spinto sempre più persone a scegliere di essere cremate, di disperdere le ceneri e di riposare in eterno all’interno di cimiteri naturali.
La cremazione permette infatti di ridurre l’inquinamento atmosferico, il consumo di suolo e l’utilizzo di cemento, ponendosi come scelta ideale per chi è sensibile alle tematiche green.
Un esempio viene dagli Stati Uniti, dove la cremazione ha raggiunto il 54% e l’attenzione verso la green economy è in forte ascesa*, e dove oggi si contano 218 cimiteri naturali (cinque anni fa erano appena 100).
I cimiteri naturali sono spazi per la sepoltura in terra e per la dispersione delle ceneri immersi nella natura: foreste e boschi che vengono adibiti a luoghi di sepoltura, talvolta collocati accanto ai cimiteri tradizionali.
In risposta alla crescente richiesta di sepolture verdi, negli States è nato anche un organismo di controllo e di certificazione: il Green Burial Council, che ha già certificato un terzo dei cimiteri naturali.
Il Green Burial Council ha attualmente tre standard di certificazione:
- I “cimiteri ibridi”, ovvero cimiteri moderni che riservano uno spazio alle sepolture naturali.
- I “cimiteri naturali”, interamente dedicati a sepolture naturali. Vietano l’uso di cemento e negano l’accesso ai cadaveri che hanno subito il processo di imbalsamazione (che è ancora molto in uso in America).
- I “cimiteri di conservazione”. Oltre ad essere “ibridi” o “naturali”, hanno anche stabilito un vincolo fondiario, che impedisce il cambio di destinazione d’uso dell’area (restando quindi cimiteri anche in caso di cambio del proprietario).
Per approfondire
*Si consiglia la lettura di Cremazione e riti funebri in America: cambiamenti in atto, in particolare il paragrafo “Il rispetto per l’ambiente”
Questi dati sono tratti dall’articolo Return to Nature