È possibile controllare e sedare il dolore? In che modo? Servono d’avvero i farmaci? A queste e ad altre domande ha dato risposta il Dr. Oscar Corli durante il convegno Con dignità, senza dolore, organizzato da SO.CREM Bologna in data 12 gennaio 2019.
![Oscar Corli durante il convegno a Bologna](https://www.socrem.bologna.it/wp-content/uploads/2019/04/Oscar_Corli_Convegno_Bologna.jpg)
Oscar Corli durante il convegno “Con dignità, senza dolore”
Nel corso del suo intervento, il Dr. Corli ha preso come esempio il dolore da cancro. «Le cure palliative – ha dichiarato – sono nate, in altri Paesi prima e in Italia poi, proprio per tenere sotto controllo il dolore da cancro.
Oggi come oggi, negli hospice e nelle cure domiciliari, le cure palliative vengono utilizzate non solo nei pazienti oncologici, ma anche per altre patologie croniche e invalidanti (si parla del 30/35% dei pazienti)».
Perché il cancro causa dolore?
«È convinzione diffusa – ha specificato il Dr. Corli – che il dolore da cancro sia causato da un’azione meccanica: si sviluppa una massa e questa schiaccia vasi, tessuti, nervi. In realtà, il dolore da cancro deriva dalle sostanze chimiche liberate dalle cellule che, tramite i nervi, fanno partire lo stimolo doloroso che arriva fino al cervello.
Per controllare un dolore che non è meccanico, ma chimico, l’unica terapia efficace è quella farmacologica: antinfiammatori e farmaci oppioidi (come la codeina o la morfina)».
Tutti i malati di cancro provano lo stesso dolore e allo stesso modo?
«Assolutamente no. Il dolore è infatti influenzato da numerosi fattori, clinici e non:
- La fase o lo stadio della neoplasia. Lo stato iniziale può essere meno doloroso rispetto a un tumore metastatizzato, in cui la stessa causa di dolore è presente in 10/20 punti differenti.
- La tipologia di tumore di cui si soffre: quelli che si sviluppano nelle sedi primivite (pancreas, testa, collo) sono particolarmente associati a un dolore grave.
- I sarcomi in genere si associano a un dolore più grave, soprattutto se c’è la presenza di metastasi ossee o epatiche.
- Le stesse terapie oncologiche (chirurgica, radioterapia, chemioterapia) talvolta creano delle lesioni, soprattutto di tipo nervoso, che causano il dolore.
- Ci sono fattori genetici sia nel causare il dolore sia nel causare la non risposta ai farmaci analgesici.
- Ci sono anche fattori psicologici: le persone sposate, in una situazione familiare conservata, sentono meno il dolore rispetto a chi è solo».
Come si cura, dunque, il dolore?
«Al momento possiamo contare su tre grosse famiglie di farmaci, che possono essere utilizzati da soli o in combinazione tra loro:
- antinfiammatori e paracetamolo, che ha proprietà analgesiche;
- farmaci oppioidi, quelli meno potenti come la codeina e quelli più potenti come la morfina o simili;
- farmaci analgesici adiuvanti, come gli antiepilettici o antidepressivi, che servono in determinati casi specifici».
Se i farmaci vengono applicati in modo corretto, si risolve il problema del dolore?
«Secondo uno studio recente, svolto in 44 centri italiani di Oncologia di cure palliative, usando i farmaci più potenti, la risposta soddisfacente (vuol dire un dolore che scende almeno del 30%) si verifica nel 75% dei casi.
Nei casi più gravi, quando il dolore diventa refrattario e non correggibile, si può ricorrere, su richiesta del paziente, alla sedazione palliativa profonda».
…
Oscar Corli
Responsabile della Unità Ricerca nel Dolore e Cure Palliative dell’Istituto Mario Negri di Milano. Sta svolgendo studi clinici sul dolore da cancro, sui farmaci oppioidi, sui metodi valutativi degli esiti dei trattamenti, sul dolore cronico.