Perché mai dovresti pensare alla tua futura morte e, addirittura, pianificarla? A cosa dovrebbe servirti?
Scopriamo insieme che cosa vuol dire e come, quando e perché bisognerebbe pianificare la fine della propria vita.
Che cosa vuol dire pianificare il proprio fine vita?
Significa prendersi un momento per decidere tutto quello che riguarda la fine della propria vita: dalle cure vorresti o non vorresti ricevere, a chi lasciare i tuoi beni, fino a che cosa accadrà al tuo corpo dopo la morte.
Come pianificare il fine vita?
In Italia esistono quattro strumenti che si possono utilizzare per pianificare la fine della propria vita:
- Le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), che approfondiamo alla pagina Disposizioni anticipate di trattamento
- Il Testamento, per divedere i proprio beni.
- L’iscrizione a una società di cremazione, se vuoi lasciare disposizioni sulla tua cremazione e sulla destinazione delle ceneri (leggi di più su Essere soci SOCREM Bologna).
- Il pagamento anticipato delle spese del funerale (leggi di più su Il mandato all’esecuzione del funerale)
Quando pianificare il fine vita?
Non c’è un momento giusto o un momento sbagliato. Quello che consigliamo sempre è di non aspettare troppo, perché si rischia che diventi una corsa contro il tempo.
Perché pianificare il fine vita?
Non esiste una risposta univoca per questa domanda. Pianificare il fine vita serve:
- a te, per evitare di trovarti in situazioni che non avresti mai voluto vivere (ad esempio: tenuto in vita da macchine che respirano al tuo posto)
- a chi resta dopo la tua morte, così da evitare tensioni e litigi (ad esempio, se ci sono troppo eredi) o problemi difficili da risolvere (ad esempio: chi paga il funerale se non ci sono eredi?)
Con chi condividere le proprie scelte sul fine vita?
Quando si parla di fine vita, è sempre importante che ci sia qualcuno informato delle tue scelte; qualcuno che sappia dove sono conservati i documenti fondamentali, come le DAT e il testamento, che sappia se il funerale è stato già pagato.
Non è obbligatorio che questa persona sia un famigliare diretto. Chi non ha famiglia, può avvalersi anche dell’aiuto di una persona di fiducia.