COME RIPORTATO in un recente articolo sul quotidiano La Stampa, in tempi di crisi anche seppellire i propri cari è diventato un lusso che convince molte persone a scegliere la cremazione. Secondo i dati diffusi dal Codacons – che confermano quelli di Federutility/SEFIT – negli ultimi due anni si è registrata una forte crescita di questa pratica (+25% su base nazionale) che, anche per ragioni socio-culturali, è sempre più frequentemente preferita alla tumulazione e all’inumazione.Il caso di Roma è esemplificativo: se la cremazione ha una tariffa di 552 euro, il costo medio di un loculo in concessione trentennale è di 2mila euro, mentre la concessione per un’area dove costruire una tomba di famiglia varia tra i 6mila e i 25mila euro.
A livello nazionale, comunque, la diffusione della pratica crematoria nel nostro Paese (di poco superiore al 14% dei decessi) resta abbondantemente al di sotto della media europea, che si attesta sul 40%. Nel 2012 le uniche due regioni in cui si è registrato un calo rispetto all’anno precedente sono state la Sicilia e la Valle d’Aosta. Dati invece molto positivi sono stati rilevati in Sardegna (+63,9%), Emilia Romagna (+32,8%) e Umbria (+31,7%). In Emilia Romagna la crescita è stata particolarmente forte a Bologna – dove si è passati da 596 a 2494 cremazioni (+318,5%) – e a Cesena, dove si è registrato un aumento del 187,3%.