Se non sai come parlare di morte, è molto probabile che ci sia un film che lo farà per te. La morte è infatti da sempre rappresentata nei film, sia che siano per bambini, per adolescenti o per adulti, con risultati ogni volta differenti.
articolo a cura di Alice Spiga – direttrice di SO.CREM Bologna
Nei film, la morte può essere rappresentata come struggente, inquietante, violenta, orrifica, splatter, ma anche comica, divertente, irriverente; può essere persino così incredibile da risultare assurda.
E questo a prescindere dal pubblico al quale il film è dedicato, perché la morte può essere, ad esempio, orrifica nei film per bambini e divertente nei film per adulti.
Le rappresentazioni della morte variano ovviamente anche a seconda del messaggio che si vuole veicolare al pubblico tramite il film e del substrato socio-culturale che fa da sfondo alla storia raccontata.
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3 film selezionati per voi
Dalla vastissima filmografia esistente, abbiamo quindi selezionato tre film contemporanei che identificano tre modi diversi di raccontare la morte.
Il primo è per bambini, il secondo per adolescenti, il terzo per adulti. Tre film che speriamo vi piacciano e, soprattutto, vi spingano a riflettere e a parlare della morte.
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1. Un film per i bambini (e non solo…): Coco
Nel film d’animazione Coco, la morte non occupa una parte della vicenda, ma è l’unica e indiscussa protagonista dell’intera storia, un po’ come accade in Nightmare Before Christmas e La sposa cadavere del regista Tim Barton.
La differenza, però, è che Coco si svolge in un coloratissimo Aldilà ispirato al Día de los Muertos messicano: un ponte di calendule, il fiore associato ai morti in Messico, lega i mondi dei vivi e dei morti, e i volti dei morti ricordano i teschi di zucchero tradizionalmente collocati su lapidi in quel giorno.
Día de los Muertos non è come il nostro giorno dei morti, durante il quale ci dirigiamo mesti al cimitero. E non è nemmeno Halloween, perché la morte non è destinata a spaventarci: è il tempo in cui le famiglie celebrano la vita e i ricordi di quelli che non sono più presenti.
E l’Aldilà disegnato per Coco, e ispirato dalle tradizioni messicani, è un luogo felice e tragico allo stesso tempo, una celebrazione simultanea delle vite degli amati e un lamento per la loro perdita.
Il messaggio principale del film è un messaggio importante: per quanto sia doloroso, le persone che perdiamo continuano a vivere grazie a noi, grazie ai ricordi che custodiamo dentro di noi e che condividiamo con gli altri, solo così possiamo mantenere viva la loro presenza per sempre.
Il film ne fa un discorso di responsabilità dei vivi verso i propri morti, perché coloro che risiedono nella colorata e generosa Terra dei Morti possono infatti farlo solo finché c’è qualcuno che li ricorda nella Terra dei Viventi; una volta che l’ultima memoria è persa nel tempo, quell’individuo – letteralmente – sfumerà nel nulla.
Un film che diverte, commuove e fa riflettere. Da vedere… e non solo da bambini.
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2. Un film per gli adolescenti: Segui il tuo cuore
Segui il tuo cuore (in inglese: Charlie St. Cloud) è un film delicato che racconta la storia di una morte prematura.
Il fratellino minore del protagonista muore infatti investito da un pirata della strada, e il maggiore si ritrova a fare i conti con una perdita improvvisa, immotivata e troppo dolorosa che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, decide di voler affrontare da solo, senza l’aiuto della madre o degli amici.
Il film mette in mostra con sensibilità e dolcezza le varie fasi del lutto: il cuore spezzato, l’isolamento, la rabbia, il senso di sconforto e di inutilità della vita, finché non si innesta qualcosa (che non sveliamo) che aiuterà il protagonista ad affrontare la perdita del fratello e a riprendere in mano la propria vita.
Il protagonista si renderà conto, scena dopo scena, che il fratello sarà sempre dentro di lui: nell’amore provato l’uno per l’altro, nei ricordi condivisi, nelle promesse fatte e non sempre mantenute, nelle parole dette e taciute.
Affrontando il dolore del lutto, il ragazzo compirà i primi passi verso un futuro che – in un modo o nell’altro – appartiene anche al fratello che non c’è più.
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3. Un film per gli adulti (che non arriverà in Italia): Swiss Army Man
Un film sulla morte diverso da qualsiasi altro film abbiate mai visto e che, ne siamo sicuri, non arriverà mai nei cinema italiani perché, oggettivamente, è troppo distante dalla concezione che abbiamo della morte (è disponibile in inglese, con sottotitoli in italiano, sulla piattaforma Netflix).
Il protagonista principale di Swiss Army Man è un ragazzo su un’isola deserta. Non sappiamo in che modo vi sia arrivato, non sappiamo da quanto tempo vi si trovi, sappiamo solo quello che vediamo: un ragazzo solo, sporco, con la barba lunga di mesi, che sta tentando di suicidarsi.
Poco prima che il cappio abbia compiuto il proprio ruolo attorno al collo, ecco che in lontananza vede il corpo di qualcuno sulla spiaggia e la speranza si riaccende.
Allora fa di tutto per liberarsi dalla corda e, riuscito nell’impresa, corre urlando verso quel corpo riverso nella sabbia, lambito dall’acqua dell’Oceano, ma il ragazzo è evidentemente morto.
Preso da uno sconforto ancora più grande, il protagonista torna verso la corda e il suo destino, ma all’improvviso il cadavere emette… gas intestinali: un suono lungo, inaspettato, irriverente.
Da quel momento, il film si trasforma in una delle più incredibili e straordinarie storie mai viste: il ragazzo morto diventerà l’unico contatto umano del naufrago protagonista che, per sopravvivere, userà il cadavere come fosse un “Swiss Army” che, in inglese, significa “coltellino svizzero”.
Una storia che diventa, scena dopo scena, sempre più irriverente, senza mai scadere nel ridicolo, tanto da risultare un film profondo sulla solitudine umana, sull’indifferenza degli “altri”, sull’amore e sull’amicizia.