All’oggi, il Comune di Bologna ha ricevuto 2.178 Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), tutte rigorosamente inserite nella Banca Dati Nazionale.
Questo è quanto si evince dalla preziosa indagine portata avanti dall’Associazione Coscioni che è riuscita a coinvolgere 4.362 Comuni italiani (il 55% del totale) per quantificare non solo le DAT depositate dall’entrata in vigore della legge, ma anche quante sono state trasferite alla Banca Dati Nazionale.
Un’iniziativa importante e tuttora in corso, che punta ad allargare l’indagine fino a coprire la totalità dei comuni italiani.
Bologna promossa, ma gli altri Comuni?
I dati raccolti fino ad oggi sono disponibili su una piattaforma digitale, che ci ha consentito di verificare quante DAT sono state depositate nei comuni della città metropolitana di Bologna e quante sono state effettivamente registrate nella suddetta banca dati.
Come dicevamo a inizio articolo, il Comune di Bologna risulta promosso a pieni voti: tutte le DAT depositate sono state anche trasmesse alla banca dati, ma i Comuni della città metropolitana?
Secondo quanto rilevato dall’Associazione Coscioni, su un totale di 5.348 DAT depositate presso i 55 Comuni della provincia bolognese, solo 4.653 sono state inviate anche alla banca dati nazionale.
In particolare: Castel San Pietro, San Lazzaro di Savena, Calderara di Reno, Vergato, Sant’Agata Bolognese, Grizzana Morandi, Alto Reno Terme, Casalfiumanese, Mordano, Castel D’Aiano e Fontanelice sono i Comuni che, pur avendo raccolto le DAT, ancora non hanno provveduto a registrale.
Si spera che il ritardo nella registrazione delle DAT nella banca dati venga al più presto sanato, affinché tutte le volontà depositate possano trovare ascolto.
Banca Dati Nazionale: perché è così importante?
La Banca Dati Nazionale è un registro attivo in tutta Italia che consente al personale medico di verificare in tempo reale se una persona ha depositato una DAT, dove l’ha depositata (notaio o Comune e quale notaio o Comune) e di estrapolare il nome e i contatti del fiduciario.
Quando una persona viene ricoverata, è fondamentale poter aver accesso a una banca dati aggiornata e completa, così da estrapolare subito queste informazioni essenziali.
Se la banca dati non è aggiornata o è incompleta, le uniche persone in possesso di queste informazioni sono la persona ricoverata – che in quel momento però risulta incapace di intendere e volere – e il fiduciario, che potrebbe anche non sapere che la persona è stata ricoverata.
La banca dati è uno strumento importante per la tutela delle nostre disposizioni in ambito sanitario ed è quindi un nostro diritto fondamentale che sia aggiornata e completa.