Quali caratteristiche dovrebbe avere la morte per essere una “Buona Morte”? Ne parliamo grazie a uno studio americano che ha analizzato i desideri dei malati terminali.
La ricerca ha infatti rielaborato le testimonianze di pazienti terminali, familiari e operatori sanitari insieme a 36 differenti studi sul tema della morte e del morire.
Pubblicato dall’American Journal of Geriatric Psychiatry, lo studio risale al 2016, ma è ancora particolarmente attuale e ci permette di trarre alcune importanti conclusioni sul modo in cui si dovrebbe morire.
Quali caratteristiche ha una “buona morte”?
Ai primi due posti, non stupisce trovare:
- Avere il controllo su tutto il processo della morte.
- Morire senza dolore.
Procedendo con le caratteristiche di una buona morte, troviamo:
- La spiritualità e la religione.
- Il benessere psico-emotivo.
- La consapevolezza di aver completato la vita e di aver lasciato un’eredità.
- Poter scegliere i trattamenti.
- La dignità nel morire.
- Avere la famiglia presente e poterla salutare.
- La qualità della vita durante il processo di morte.
- Un buon rapporto con gli operatori sanitari.
- Altro (che comprende cose come: avere gli animali domestici vicini).
Interessante notare alcune cose:
Nel concetto di “buona morte” non compare la morte improvvisa, la morte come interruttore che spegne tutto.
I punti emersi dalla ricerca mostrano che i malati terminali preferiscono essere consapevoli e avere il tempo per i rituali legati alla morire (religiosi e non) e per salutare i famigliari.
Torna in due diversi punti il desiderio di avere il controllo: sul processo e sui trattamenti. Anche questo significa che si preferisce restare lucidi, coscienti e consapevoli, così da prendere le decisioni in autonomia.
Infine, una buona morte è una morte senza dolore, ma non solo. Desiderare un benessere psico-emotivo, significa che non ci spaventa solo il dolore fisico legato al morire, ma anche la sofferenza psicologica, che spesso non viene sufficientemente considerata.
A tal proposito, leggi anche Il dolore non è solo fisico: i nuovi orizzonti delle cure palliative
Cosa possiamo imparare da questa ricerca?
Sicuramente che la medicina moderna DEVE investire maggiori risorse nel rendere le cure palliative, la terapia del dolore e la sedazione palliativa profonda una realtà non solo negli hospice, ma anche negli ospedali e a domicilio.
Perché una morte senza dolore e senza sofferenza è una buona morte.
Per approfondire
Consulta la ricerca dell’American Journal of Geriatric Psychiatry