“Vorrei aver vissuto la vita a modo mio, non come gli altri si aspettavano la dovessi vivere”. È questo il rimpianto più comune, quello che affligge la maggioranza delle persone alla fine della propria vita.
Ne parla Bronnie Ware nel suo libro Vorrei averlo fatto, in cui individua i cinque rimpianti più comuni tra chi si trova ad affrontare la fine imminente della propria vita o di quella di un proprio caro.
Un libro del 2011, molto attuale in questo particolare momento storico in cui la pandemia ha costretto ognuno di noi a fare i conti con la mortalità umana; un libro riscoperto e commentato recentemente dal blogger motivazionale americano Tom Greene.
Quali sono dunque i cinque rimpianti più comuni alla fine vita? Vediamoli insieme…
1) “Vorrei aver vissuto la vita a modo mio e non come gli altri si aspettavano la dovessi vivere”
La maggior parte delle persone non è riuscita a onorare nemmeno la metà dei propri desideri; pensando di avere tempo per riorganizzare la propria vita e seguire i propri desideri, si è continuato a procrastinare.
Quando però il tempo a propria disposizione viene a mancare, si realizza che quei sogni non si avvereranno mai…
«La salute ci porta ad essere liberi – commenta Tom Greene – e la libertà porta alla procrastinazione: possiamo sempre pensare di fare determinate scelte in un secondo momento, ma quando il tempo rimasto è poco, si ripensa al percorso vissuto e subentra il rimpianto.»
2) “Vorrei non aver lavorato così tanto”
«Sembra che il problema del lavorare troppo sia prevalentemente un pensiero maschile. Secondo l’autrice del libro, infatti: «Tutti gli uomini che ho assistito hanno profondamente rimpianto di aver speso troppo tempo della loro vita lavorando senza sosta».
Tom Greene, invece, sposta l’attenzione sul tipo di lavoro che si è svolto: «Il problema – commenta – è che le persone in questione probabilmente non amavano il lavoro che svolgevano, per cui le ore spese nel farlo erano uno spreco di tempo prezioso, che avrebbero potuto passare con la famiglia o facendo ciò che amavano veramente.»
3) “Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti”
Trovandosi di fronte alla morte, molte persone confessano di rimpiangere di non aver espresso sinceramente i propri sentimenti, per paura o per evitare discordie.
«Le persone conducono una vita cercando di compiacere gli altri – specifica meglio Tom Greene. – Non stupisce che si siano ritrovate a reprimere i propri sentimenti.»
4) “Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici”
Alla fine della vita, uno dei desideri più comuni è rivedere gli amici, riallacciare e sistemare i rapporti con chi rimane; un desiderio che può restare irrealizzato, soprattutto se rimangono pochi momenti utili per farlo.
«È importante – commenta l’autrice – ricavarsi il tempo, nel corso della vita, per coltivare i rapporti con le persone alle quali si è affezionati; è l’unico modo per avere la fortuna di sentirli vicini quando arriva la fine.»
5) “Vorrei essere stato più felice”
«Viviamo in uno stato di perenne ansia e preoccupazione per cose che, alla fine della vita, si rivelano futili – come il lavoro o il giudizio degli altri; per questo non siamo felici, – conclude Tom Greene. – Quando arriveremo alla fine, rimpiangeremo la stupidità delle nostre nevrosi».
Per approfondire
Leggi l’articolo pubblicato da Tom Greene sul suo blog: Top Five Regrets of the Dying