Per impedire il ripetersi degli orrori del crematorio di Biella

Nel guardare il recentissimo servizio delle Iene* sui terribili fatti accaduti al polo crematorio di Biella, la nostra Associazione ha provato orrore, disgusto, rabbia e tanta, tantissima tristezza. 

Tristezza per i corpi dei defunti, per la violenza disumana con cui sono stati trattati. Tristezza per le famiglie di quei defunti, per il dolore che stanno provando, per l’ingiustizia che stanno vivendo.  

Non ci sono parole per esprimere il nostro cordoglio. È una ferita che non si rimarginerà. 

Naturalmente non spetta a noi individuare colpevoli e responsabilità per quanto successo, però spetta anche a noi – non solo come SO.CREM Bologna, ma come appartenenti alla Federazione Italiana Cremazione (FIC) – fare qualsiasi cosa sia in nostro potere per impedire che questi fatti si verifichino di nuovo.

Per questo motivo, già da novembre 2018, FIC si è unita a SEFIT Utilitalia per creare un protocollo operativo per la gestione degli impianti della cremazione; è un primo passo, ma non sarà l’unico. 

Dal 2001, infatti, i gestori di crematori stanno attendendo un decreto governativo con le specifiche tecniche per effettuare le cremazioni, in attuazione dell’art. 8 della L. 30/3/2001, n. 130; è a questo che puntiamo. È per questo che lottiamo da anni.  

Per il momento, si potrà aderire volontariamente al protocollo, che riprende le raccomandazioni delle principali istituzioni internazionali (regole etiche della ICF, standard europei EN15017:2019) ed è stato presentato in occasione di quattro incontri, svolti al Nord e al Centro Italia, dove è presente la maggiore concentrazione di impianti per la cremazione. 

A questi primi quattro incontri hanno partecipato i rappresentanti di circa trenta impianti crematori, che si sono dimostrati favorevoli a promuovere l’applicazione delle istruzioni operative da subito o, al più tardi, a partire dal 1 gennaio 2020.

Il protocollo nasce con l’intento di agire su due fronti

  • fornire delle Istruzioni Operative, reperibili su www.sefit.org/sefit/accessocrematorio, a chi materialmente gestisce i crematori
  • sensibilizzare i cittadini: chi sceglie la cremazione deve pretendere che sia svolta con serietà, anche se questo dovesse significare un po’ di “ritardo” nella consegna delle ceneri. 

Che cosa è previsto nelle istruzioni? 

Abbiamo selezionato, nel documento FIC-SEFIT, le indicazioni specificamente rivolte a impedire futuri casi come quello del crematorio di Biella:

  • Ciascun feretro conferito al crematorio dovrà essere cremato separatamente. Una volta che il feretro è stato inserito nel forno crematorio, nessuna azione manuale può essere effettuata sul cadavere, durante la combustione, per accelerare il processo di cremazione e quindi diminuire la durata dello stesso, fino a che sia completato il processo di cremazione.
  • Il responsabile del crematorio adotta procedure documentali di massima sicurezza della tracciabilità della movimentazione del feretro dall’arrivo nel crematorio all’avvenuta cremazione, nonché fino alla consegna dell’urna agli aventi titolo.
  • In aggiunta, il responsabile del crematorio può dotarsi di sistemi di video registrazione dell’immissione del feretro nel forno, della raccolta delle ceneri risultanti e della loro gestione, nonché del loro successivo conferimento nell’urna e della sua conforme sigillatura.
  • Prima dell’introduzione del feretro nel forno deve essere verificato che la targhetta esterna riporti gli elementi di identificazione del defunto e che questi siano gli stessi riportati nell’autorizzazione al trasporto e alla cremazione.

Ovviamente, nel protocollo sono previsti controlli periodici sugli impianti per la cremazione, così da verificarne il corretto funzionamento e l’applicazione delle regole. 

Per approfondire:

*Il servizio delle Iene è disponibile su: www.iene.mediaset.it