Andando indietro nel tempo, fin dai primi cortometraggi Disneyani degli anni 30, e arrivando fino ai giorni nostri, abbiamo individuato 9 modi in cui la morte viene rappresentata nei film d’animazione per bambini.
articolo a cura di Alice Spiga – direttrice di SO.CREM Bologna
Nei film d’animazione per bambini, infatti, sceneggiatori e registi hanno sempre avuto la capacità di giocare con il concetto della morte, mostrandola di volta in volta in maniera del tutto differente.
L’elemento comune alle storie che vi presentiamo di seguito è la volontà di parlare della morte ai bambini, rendendoli consapevoli e curiosi del fatto che la morte è il più grande mistero della nostra esistenza, e che può assumere così tanti significati che ogni elenco sarebbe incompleto.
1. Quando la morte fa ridere
Uno dei primissimi cortometraggi che Walt Disney dedicò alla morte – The Skeleton Dance del 1929 – era ambientato in un cimitero: notte buia e tempestosa, nebbie misteriose che coprivano il terreno disseminato di lapidi, corvi e civette appollaiati su alberi spogli e… scheletri che ballavano a tempo di musica, con movenze che spezzavano del tutto l’atmosfera inquietante, rendendo la scena estremamente divertente. Perché della morte si può anche ridere.
2. Quando la morte è un fatto temporaneo
Sfortunato eppure così divertente, Wile E. Coyote (1949 – Warner Bros) è stato anche un vero e proprio eroe immortale. Cercando disperatamente di catturare Bip-Bip, diventava ogni volta il bersaglio involontario delle sue stesse invenzioni: finiva schiacciato sotto massi giganteschi e incudini, investito da treni in corsa, colpito da frecce e palle di cannone, eppure tornava ogni volta in vita per perseguire il suo obiettivo. La morale? La morte non è solo divertente, ma è anche temporanea, quindi non può fare paura.
3. Quando la morte è una (giusta) punizione
Guardando ai lungometraggi come Biancaneve (1937) o La Bella Addormentata (1959), è evidente il messaggio moralizzante che Walt Disney intendeva trasmettere ai bambini in relazione alla morte. In questi film d’animazione, solo ai cattivi tocca la sorte della morte, oltretutto come giusta punizione per le nefandezze compiute. I buoni, invece, non muoiono mai: la morte arriva sotto le sembianze di un lungo sonno che il vero amore è in grado di spezzare. Il messaggio è che l’amore vince su tutto, anche sulla morte.
4. Quando la morte è sacrificio
Il film Bambi (1942) arriva a rivoluzionare il concetto di morte nell’animazione per bambini. La morte della madre non è rappresentata, ma viene lasciata all’immaginazione: lo sparo in lontananza, il sollievo negli occhi del cucciolo che si trasforma in panico quando, alle sue spalle, non trova più la mamma.
Una scena shockante entrata nella storia dell’animazione che rappresenta anche una svolta per Walt Disney: la morte non arriva infatti sempre e solo per una buona ragione, e anche i nostri cari non ne sono immuni.
5. Quando la morte fa diventare grandi
Piccola parentesi sui cartoni animati per il piccolo schermo. Negli anni ’80 del 900 in Italia si fece ampia strada un filone di cartoni animati per bambini che potremmo definire “struggente” (tra i tanti che potremmo citare: Lovely Sara, Candy Candy, Georgie, Anna dai capelli rossi, Pollyanna, ecc.)
La trama era più o meno sempre la stessa: il protagonista resta orfano in età infantile, viene portato a vivere in un collegio/casa famiglia/orfanotrofio e, tra difficoltà di ogni genere, riesce a trovare la propria strada e diventare adulto.
Erano vere e proprie storie di formazione dove le difficoltà della vita – acuite dall’assenza di una guida genitoriale – erano viste come l’unico modo per diventare adulti seri e responsabili.
6. Quando la morte è parte della vita
Il Re Leone (1994) potrebbe essere ricondotto allo stesso filone di appartenenza di Bambi. Anche in questo caso, infatti, il genitore muore sotto gli occhi del figlio, lasciandolo senza la guida paterna. In questo caso, però, Walt Disney aggiunge due elementi nuovi: la morte come parte integrante del cerchio della vita (e quindi accettabile perché necessaria al proseguimento della vita stessa) e la morte come sacrificio. Il genitore muore infatti per salvare il figlio che, crescendo, cercherà di essere degno del gesto eroico compiuto dal padre.
7. Quando la morte è un passaggio
Fiaba tetra e gotica, animata con struggente malinconia da Tim Burton, La Sposa Cadavere (2005) sembra aver rubato l’ambientazione ai primissimi scheletri della Walt Disney: una notte perenne appena rischiarata dalla presenza della luna, cimiteri popolati da scheletri, gufi e corvi, alberi dai rami rinsecchiti simili a dita scheletriche e una nebbia fitta, che avvolge tutto.
Ne La Sposa Cadavere, come già era avvenuto nel magnifico Nightmare Before Christmas (1993), la morte è protagonista indiscussa, o meglio la vita dopo la morte. L’immaginazione di Tim Burton trasporta i bambini in un Aldilà che, per quanto possa essere tetro e malinconico, fa però una promessa: la morte non è la fine, ma solo un momento di passaggio verso un’altra vita.
8. Quando la morte è memento vita
Alzi la mano chi è riuscito a non versare nemmeno una lacrima quando, dopo aver seppellito l’amata moglie con la quale aveva trascorso l’intera esistenza, il canuto vecchietto del film d’animazione Up (Disney Pixar – 2009) si ritrova solo, seduto sulla poltrona al centro di una grande casa improvvisamente troppo vuota e troppo silenziosa. Up introduce tre concetti legati alla morte di fondamentale importanza:
- A qualsiasi età succeda, è giusto sentirsi infelici per la morte di qualcuno che abbiamo amato.
- Non rimandare a domani quello che potresti vivere oggi.
- Il lutto è un periodo che va rispettato, ma non può durare per sempre: continuare a vivere e rendere di nuovo felici noi stessi significa onorare la memoria di chi non c’è più.
9. Quando la morte chiede di essere ricordata
Nell’articolo 3 film per parlare di morte con bambini, adolescenti e adulti, abbiamo parlato del recentissimo film d’animazione Coco (Walt Disney Pictures e Pixar – 2017), dove l’Aldilà è un luogo coloratissimo, ispirato alle tradizioni messicane legate alla morte e, in particolare, alle celebrazioni per il Día de los Muertos.
Il messaggio principale del film è che, per quanto sia doloroso, le persone che perdiamo continuano a vivere grazie a noi, in particolare ai ricordi che custodiamo dentro di noi e che condividiamo con gli altri, solo così possiamo mantenere viva la loro presenza per sempre.