Una festa nazionale, che coinvolge tutta la popolazione con riti e cerimonie pubbliche frutto di tradizioni millenarie: ci riferiamo alla cremazione del re Thailandese Bhumibol Adulyadej, che si svolgerà domani – giovedì 26 ottobre 2017 – a distanza di circa un anno dalla sua morte.
Il corpo di Bhumibol sarà condotto alla cremazione su un carro portato a braccia dai soldati e i cittadini offriranno Akshamala: rosari tibetani realizzati in legno di sandalo (nel simbolismo buddista, l’aroma del legno di sandalo è infatti molto gradito agli dei).
Il corpo giungerà quindi in una piazza appositamente riservata allo svolgimento dei funerali reali, fuori dal Palazzo Reale di Bangkok, dove verrà cremato all’interno di una costruzione dorata alta 53 metri e larga 60 metri, composta da statue e padiglioni progettati e realizzati per riprodurre il Monte Meru, centro dell’universo nella cosmologia buddista, indù e jain.
Le cerimonie in onore di Bhumibol sono già in corso: sono iniziate cinque giorni fa, ma sin dal giorno della sua morte si sono avvicendate manifestazioni pubbliche spontanee di dolore e sono stati tantissimi i cittadini che hanno scelto di indossare abiti monocromatici – neri o bianchi – per celebrare il lutto.
Domani, giorno della cremazione, è stata dichiarata festa nazionale così tutti i sudditi potranno seguire la cremazione (si pensi che sono previste oltre 250mila persone).
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Perché ve ne parliamo?
Dal nostro punto di vista, è molto interessante vedere in che modo la cremazione viene percepita e vissuta in altri luoghi e in altri contesti, come ad esempio quello del buddismo, dove la cremazione è l”unico atto per liberarsi immediatamente delle spoglie mortali (si pensi che il corpo dello stesso Buddha fu cremato nel VI secolo a.C.).
Altro dato interessante è che la cremazione, in alcune aree del mondo (come in Giappone o a Bali), viene vissuta come un rituale collettivo che deve essere condiviso. Il corpo viene infatti accompagnato alla pira crematoria con rituali e gesti consolidati ai quali partecipano tutti, persino i bambini.
In Italia non esistono rituali e cerimonie per accompagnare il corpo alla cremazione, forse perché la cremazione è stata ufficialmente accettata dalla Chiesa Cattolica solo a partire dal 1963 (fu con il Concilio Vaticano II che la Chiesa di Roma aprì finalmente alla cremazione, consentendo questa pratica anche ai cattolici) e, da un punto di vista laico, quasi nulla è stato fatto per costruire riti alternativi.
Il fatto che non esista un’alternativa al funerale religioso, sta dando vita a un fenomeno preoccupante. Sono infatti in crescita le persone che chiedono di non avere un funerale e passare direttamente dal luogo della morte al quello della cremazione senza alcun tipo di accompagnamento.
Riteniamo che sarebbe quantomeno importante iniziare un percorso di costruzione di rituali, meglio se svincolati dalla religione, che possano accompagnare alla cremazione, con dignità e rispetto, tanto i defunti quanto i superstiti, di modo che nessuno debba più rinunciare a un rito di passaggio così importante come il funerale.
Fonti: