Presentandovi i colombari di Vigna Codini, di Pomponio Hylas e di via Pescara a Roma, iniziamo un viaggio all’interno dei luoghi italiani costruiti per la conservazione delle urne cinerarie: colombari, tombe e sepolcri sia antichi sia moderni.
Costruzione funeraria molto diffusa tra gli antichi romani, il colombario veniva utilizzato per la sepoltura collettiva delle urne cinerarie.
Si configurava infatti come un sepolcro scavato in profondità (ipogeo o semi-ipogeo), sulle cui pareti venivano ricavati degli appositi loculi per la conservazione delle urne cinerarie.
La loro massima diffusione avvenne tra la metà del I secolo a.C. e il I secolo d.C., periodo nel quale la cremazione dei defunti era molto diffusa a Roma e in altre città dell’Impero romano.
La cremazione era infatti la scelta più funzionale per l’epoca nelle grandi città ad elevata concentrazione di popolazione, dove già erano carenti gli “spazi di vita”. Il colombario, inoltre, con la sua struttura sotterranea era certamente la soluzione più adeguata, visto che poteva contenere moltissime urne: da alcune decine a qualche centinaio.
I colombari romani ospitavano perlopiù “liberti“, ossia schiavi che erano stati prima affrancati e poi liberati dai loro padroni e che manifestavano il loro nuovo status sociale anche tramite queste tombe, riccamente decorate.
Per chi volesse visitare questi suggestivi sepolcri cinerari, iniziamo consigliandovi alcuni tra i più famosi e meglio conservati: i colombari di Vigna Codini, il colombario di Pomponio Hylas e il colombario di via Pescara, tutti a Roma.
Come preannunciato a inizio articolo, ci riproponiamo di dedicare futuri approfondimenti sui luoghi italiani – antichi e moderni – costruiti per la conservazione delle urne cinerarie.
I colombari di Vigna Codini
Scoperti intorno alla metà dell’Ottocento all’interno dell’ex Vigna Codini, si tratta di 3 grandi edifici funerari distinti ospitanti centinaia di loculi e nicchie espressamente create per conservare le urne cinerarie.
Le pareti sono decorate con affreschi e stucchi colorati che, nel tempo, si sono conservati in modo straordinario; sulle tabelle sono ancora visibili dipinti, graffiti ed epigrafi marmoree che identificavano i defunti.
Il primo colombario (datato tra la tarda età dell’imperatore Tiberio e quella dell’imperatore Nerone) è a pianta quadrangolare e si distingue per i 500 loculi a forma di arco. In ognuno di questi sono murate due “olle” – antichi vasi cinerari – e al di sopra sono dipinte delle targhette su cui era inciso il nome del defunto.
Il secondo (tarda età augustea) presenta delle nicchie sormontate da lastre di marmo, molte delle quali rimaste senza iscrizione.
Costruito nel corso dell’ età di Tiberio, ma ancora in uso fino al II secolo d.C., il terzo colombario presenta una pianta ad U, con tre bracci comunicanti e loculi di dimensioni maggiori rispetto agli altri, contenenti cippi e piccole urne.
I monumenti sono all’interno di una proprietà privata, ma vi si può accedere facendone richiesta alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma.
Per approfondire:
Il colombario di Pomponio Hylas
Costruito tra il principato di Tiberio e quello di Claudio (14-54 d.C.), e utilizzato sino al II sec. d.C. accogliendo le ceneri del liberto Pomponio Hylas, il colombario è costituito da un ambiente rettangolare, con copertura a volta decorata da girali di tralce di vite, figure di uccelli e di amorini.
Una nicchia, decorata con concrezioni calcaree, era destinata a contenere l’urna cineraria dei due coniugi ricordati nell’iscrizione: Cn(aei) Pomponi Hylae e Pomponiae Cn(aei) L(ibertae) Vitalinis.
Per approfondire:
Il colombario di via Pescara
Al contrario di quelli precedenti, questo colombario fu costruito per ospitare un solo nucleo famigliare e, proprio per questo motivo, rappresenta un caso eccezionale nel panorama sepolcrale del periodo (metà del I Sec. d.C.).
In quel periodo, infatti, i colombari appartenevano a gruppi di persone che, conoscendosi perché appartenenti a specifiche corporazioni, decidevano di acquistare un sepolcro dove far riposare le proprie ceneri.
La decorazione di questo colombario, perfettamente conservato, si compone di rosette rosse contornate da foglie verdi, tralci d’uva di tipo bianco e rossa, ghirlande che incorniciano dei corni potori (utilizzati per bere) e dei cemboli (strumento musicale composto da piattelli concavi).
Per approfondire: