In questo articolo vi presentiamo 3 esempi di poli crematori che si distinguono per l’attenzione non solo tecnologica, ma anche all’architettonica. Un polo crematorio belga, uno francese e uno italiano che sanno farsi portavoce del valore della cremazione, una pratica antichissima ogni giorno più scelta in tutto il mondo.
Nel 1960, in America solo il 3% dei morti veniva cremato. Oggi, secondo gli ultimi dati di mercato, la cremazione è vicina a superare la sepoltura e gli States sperano di raggiungere i numeri di paesi come la Gran Bretagna, la Svezia e la Danimarca, dove circa 3/4 della popolazione opta per la cremazione.
I dati sulla cremazione in Italia, in Europa e nel mondo sono disponibili alla pagina CREMAZIONI NEL MONDO.
Nonostante i numeri siano in crescita costante, gli americani lamentano la presenza di poli crematori «brutti, costruiti ai margini della città, con un cattivo parcheggio, dove corridoi senza “carattere”, cattiva illuminazione e carenza di spazio finiscono per far diventare questi luoghi opprimenti e ancora più deprimenti».
Nel corso degli anni, infatti, in America si è investito in efficacia tecnologica e strutturale, trascurando l’aspetto architettonico, per cui i poli crematori hanno finito per assomigliare più a degli stabilimenti industriali.
Per dare il giusto valore a questi luoghi di morte, l’America guarda all’Europa, dove riconosce all’avanguardia nella costruzione di poli crematori, che dimostrano una particolare attenzione alla progettazione architettonica.
In particolare, nell’articolo Death by design, vengono messi in evidenza due esempi di poli crematori europei all’avanguardia per la progettazione: il polo crematorio di Hofheide in Belgio e il polo crematorio di Rennes, in Francia.
A questi due, ci sentiamo di aggiungerne un terzo: il Polo Crematorio di Borgo Panigale, in provincia di Bologna, per l’attenzione architettonica messa nella costruzione.
Vediamoli nel dettaglio:
1) Il polo crematorio di Hofheide, Belgio
Progettato da RCR Arquitectes in collaborazione con Coussée & Goris, una ditta belga, il Crematorium Hofheide è situato in mezzo a un lago, a Holsbeek, in Belgio.
Gran parte di questo progetto si è concentrato sulla morte come parte della natura: un nucleo allungato di pietra color terra che sembra galleggiare sull’acqua e che, in giornate soleggiate, quando il cielo si riflette sulla superficie del lago, sembra addirittura sospeso in aria.
La struttura poggia infatti su un basamento parzialmente sepolto, che sostiene la costruzione architettonica sul lago sottostante.
La struttura esterna dell’edificio è rivestita con sottili strisce d’acciaio verticali che permettono di creare, all’interno, un gioco simbolico di luce e ombra, mentre all’esterno riflettono il sole, il cielo e le increspature dell’acqua.
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2) Il polo crematorio di Rennes, Francia
Disegnato da Plan 01, una ditta francese, il Rennes Métropole Crematorium è costruito da una sequenza di cerchi – una forma che, oltre ad avere risonanze con siti antichi come Stonehenge, dà all’interno dell’edificio una sensazione di grande ariosità e ampiezza.
L’esterno, rivestito in legno chiaro, ha una consistenza tattile ed è stato realizzato con pareti altamente performanti, dotate di rivestimento fono e termo assorbente, così da garantire un’acustica perfetta e un comfort ambientale ideale.
All’interno non ci sono corridoi, ma solo una serie di spazi curvi che si susseguono l’uno dopo l’altro, illuminate grazie ad ampissime finestre che vanno da pavimento a soffitto.
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3) L’esempio italiano: il polo crematorio di Bologna, Borgo Panigale
L’edificio, interamente progettato da Hera Spa, è costruito in cemento armato, mentre la copertura è pensata come tetto giardino: luogo di sosta per i visitatori del cimitero, raggiungibile attraverso una passerella pedonale o un lieve pendio erboso.
Già dall’esterno si percepisce un’attenzione ai dettagli architettonici: le grandi vetrate a tutta parete, l’alternanza di pareti lineari e arrotondate, le passerelle elevate di collegamento che creano una piacevole alternanza di vuoti e di pieni.
Al suo interno sono presenti due sale:
- Una Sala del Commiato (nella foto che segue), intitolata al nostro defunto ex Presidente Guido Stanzani e destinata alla celebrazione di cerimonie, laiche o religiose, per dare l’ultimo addio ai propri cari;
- Una sala di dimensioni inferiori, riservata e raccolta, che ancora oggi viene utilizzata per la consegna delle ceneri, così da garantire la giusta privacy a questo importante momento.
Entrambe le sale si contraddistinguono per la sinuosa forma cilindrica e ricevono ampia luce naturale grazie alle aperture a soffitto.
Ispirata a criteri di sostenibilità ambientale, la progettazione ha puntato su tecnologie all’avanguardia per limitare il dispendio energetico e garantire sia il rispetto delle leggi vigenti in materia di emissioni in atmosfera, sia la silenziosità di funzionamento dei forni.