Quali reazioni, comportamenti e sentimenti sono “normali” e quali invece sono “sbagliati” di fronte al trauma della morte di qualcuno che abbiamo amato? A questa domanda risponde l’esperta di elaborazione del lutto Victoria Moore.
Nella nostra società, il dolore e la sofferenza sono ammessi solo in certe circostanze e solo per brevi periodi di tempo.
È giudicato corretto, ad esempio, piangere a un funerale, ma già si pensa male se la vedova non versa nemmeno una lacrima. Allo stesso tempo, se qualcuno osa ammette di sentirsi ancora triste dopo mesi o dopo anni, la prima reazione è di sentenziare: “Ma dai! Non dovresti sentirti così“.
Ma chi decide quali reazioni, comportamenti e sentimenti siano giusti o sbagliati di fronte al trauma della morte di qualcuno che abbiamo amato?
Secondo Victoria Moore, specialista nell’elaborazione del lutto e direttrice di Project Grief, con base a Sutton Coldfield (UK), tutto quello che si prova dopo un lutto va bene: l’importante è darsi il tempo per accettare e interiorizzare quello che si prova.
L’errore che invece siamo spesso portati a fare è fingere una felicità e una serenità che in realtà non proviamo, schiacciando nel profondo i nostri veri sentimenti.
È un errore che commettiamo un po’ per pudore (perché oggi la sofferenza, soprattutto se prolungata nel tempo, è associata alla debolezza) e un po’ per fretta, andando dietro alla convinzione comune che “bisogna lasciarsi tutto alle spalle e andare avanti, senza perdere tempo prezioso”.
«La perdita di una persona cara è a tutti gli effetti un evento traumatico – spiega Victoria Moore nel suo articolo – e i sintomi che sperimentiamo sono molto simili a quelli della depressione:
- Voglia di piangere tutto il tempo o impossibilità di farlo;
- Incapacità di concentrarsi o di svolgere attività di base;
- Desiderio di nascondersi o di restare sempre a letto;
- Incapacità di dormire o di mangiare;
- Sentimenti di disperazione associati al rifiuto di voler fare i conti con i propri sentimenti.
«Tutte queste reazioni – continua Victoria – sono del tutto naturali dopo un lutto e le persone potrebbero continuare a sperimentare questi sentimenti per giorni come per settimane o per mesi. L’importante è non ignorarli, ma concedersi il tempo di interiorizzarli».
Per interiorizzare quello che si prova, il primo consiglio di Victoria è quello di non tenersi tutto dentro, ma cercare qualcuno con cui parlare (un amico, un famigliare, un gruppo AMA – Auto Mutuo Aiuto, un terapeuta).
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Per approfondire
L’articolo di Victoria Moore, in lingua inglese, è disponibile su www.ditchthelabel.org
Per i nostri soci
I nostri soci che cercano sostegno per l’elaborazione di un lutto possono rivolgersi all’Associazione Rivivere, partner da diversi anni di SO.CREM Bologna