Le cremazioni effettuate in Italia nel corso del 2015 sono cresciute complessivamente del 16.3% rispetto all’anno precedente, traducendosi in un aumento di 19.209 unità.
L’Emilia Romagna, con 17.823 cremazioni effettuate e 10 impianti crematori attivi, è al terzo posto tra le Regioni in cui avvengono più cremazioni, dietro a Piemonte (20.742 cremazioni e 11 impianti) e Lombardia (36.106 cremazioni e 12 impianti).
L’Emilia Romagna è al terzo posto anche per quanto riguarda la percentuale di cremazioni rispetto al totale dei decessi: 13%, dietro a Piemonte (15,1%) e Lombardia (26,3%).
Al secondo posto, invece, per quanto riguarda la crescita numerica delle cremazioni. L’Emilia Romagna, nel 2015, ha infatti registrato un +2.439 di cremazioni rispetto al 2014, seguita dal Piemonte (+1.750) e preceduta dalla Lombardia (+6.820).
Roma, Milano e Genova si riconfermano le città con il maggior numero di cremazioni effettuate; a seguire Mantova, Livorno, Bologna (4.579), Trecate e Torino.
In tutta Italia, nel 2015 si sono registrate a consuntivo 137.165 cremazioni di feretri contro i 117.956 del 2014. Su questi dati hanno certamente influito:
- un cambio di propensione dei cittadini nei confronti della cremazione. Sono infatti sempre di più le persone che manifestano la volontà di essere cremati;
- Un maggior numero di impianti sul territorio, che ha reso la cremazione alla portata di un sempre maggior numero di presone, accorciando i tempi d’attesa;
- la crisi economica (la cremazione è infatti più economica rispetto a tumulazione e inumazione);
- l’eccezionale mortalità registratasi nel 2015.
A proposito di quest’ultimo punto, l’ISTAT ha recentemente diffuso i dati su mortalità e popolazione del 2015, anno in cui si sono registrati 647.571 decessi, per cui l’incidenza della cremazione sul totale delle sepolture è pari al 21,18%.
In conclusione, ricordiamo che, nel corso del 2016, sono stati inaugurati due nuovi poli crematori in Emilia Romagna: a Molinella (BO) presso il Cimitero Nuovo e a Rimini presso il Cimitero Monumentale; due nuovi impianti che ci auguriamo possano ulteriormente incentivare la scelta della cremazione nella nostra Regione.
I dati sono resi noti da Utilitalia Servizi Funerari (SEFIT), Federazione che da diversi anni effettua una raccolta sistematica di dati statistici sullo sviluppo della cremazione.
Dati purtroppo non del tutto completi; come riferito dalla federazione stessa, infatti, 3 poli crematori (uno in Toscana e due in Campania) non hanno condiviso i dati concernenti il numero delle cremazioni, per cui il dato registrato a livello nazionale è da considerarsi sottostimato.