Ironizzare sulla morte? Si può!

La morte è un tema triste. La morte è un tema serio. Non si può scherzare o ironizzare sul tema della morte. Ma siamo proprio sicuri che sia vero? In questo articolo vi presentiamo 4 esempi che dimostrano come la morte si presti ad essere raccontata in modo differente – con irriverenza, ironia, ilarità – talvolta riuscendo a strappare anche qualche sorriso.

Due becchini in giro per la città

In questo esperimento sociale, i ragazzi di theShow hanno voluto testare la proverbiale superstizione del popolo italiano. Vestiti di nero, come due becchini d’altri tempi, si sono aggirati per la città prendendo le misure a ignari passanti. Le misure per fare che cosa? Beh… per la costruzione di una bara su misura che prima acquisti e più risparmi.

Come hanno reagito le persone a questo scherzo? Scopritelo guardando il video…

 


Al cimitero è bello andar…

«Al cimiter è bello andar con la ragazza sottobraccio a passeggiar e sui cipressi le iniziali scolpire dentro un cuor e con due tombe per guanciali felici far l’amor».

Questo cantavano I Gufi, gruppo musicale italiano formatosi nel 1964, in Il cimitero è meraviglioso, una delle molteplici “canzoni macabre”, anzidette “canzoni cimiteriali”, scritte da questo gruppo dialettale milanese e cabarettistico.

Nella scrittura dei testi delle loro canzoni (solo per citare alcuni titoli: A Contentely Beckin’ Story, Bare Bare, Funeral Show, Giù Col Morale, ecc.),  il gruppo non si lasciava spaventare dalla censura televisiva e ironizzava apertamente sul tema della morte, schierandosi apertamente contro le convenzioni e gli atteggiamenti sia del clero sia della società borghese.

Esemplificativa in questo senso è Cipressi e Bitume:

«È confortevole, è tranquillissimo, è curatissimo il cimiter. Ci sono gli alberi, ci son le lapidi, ci son le vedove dei giardinieri. In questa nuova casa di riposo ci sono i viali pieni di bitume, perché a gestirla s’occupa il Comune che sul catrame ha una forte riduzion.

«È confortevole, è tranquillissimo, è curatissimo il cimiter. Ci sono gli alberi, ci son le lapidi, ci son le vedove dei giardinieri. È la tua nuova casa di riposo, bisogna entrarci calmi, col sorriso, perché di lì si va in paradiso, sol chi ha peccato può finire ancor più giù».

 


La gara nazionale per lo scavo di… tombe

Un tentativo interessante per combattere l’immagine negativa dei becchini, e cercare di attrarre un maggior numero di persone verso questo lavoro, è la gara nazionale di scavo di tombe organizzata in Ungheria.

I concorrenti – 36 tra i migliori becchini del paese – sono stati accoppiati a sorte e, con l’ausilio di pale e attrezzi di scavo, hanno dovuto scavare una tomba 200 x 80 cm, con profondità di 160 cm. Il tutto senza mezzi meccanici… così da dimostrare tutta la propria abilità.

La squadra vincitrice ha impiegato circa mezzora per scavare la tomba.

«Non credo ci sia nulla di macabro, – ha dichiarato uno dei membri dell’associazione che ha organizzato l’evento. – La nostra è una professione che merita rispetto».

Per maggiori dettagli e foto, la notizia è apparsa su www.bbc.com

 


La corsa delle bare

La prima Coffin Race, ovvero la gara di auto da corsa senza motore a forma di bara, è nata il giorno dei morti del 2002 a Denton, capoluogo della contea omonima dello stato del Texas.

Gara di auto a forma di bare

Come visibile dalle foto, le auto a pedali vengono infatti costruite a forma di bara e “abbellite” con disegni spaventosi, croci e teschi, oltre alle maniglie laterali che contraddistinguono le vere bare.

I guidatori, dal canto loro, gareggiano travestiti da scheletri, da fantasmi, da mostri spaventosi o da morte stessa.

Gara di auto a forma di bare

Le regole della corsa sono molto semplici: due auto vengono posizionate in cima a un pendio e vengono spinte a forza di braccia per un breve, primo tratto, fino a che non prendono velocità grazie alla forza di gravità e alla pendenza.

A quel punto è il guidatore dentro l’auto a dover dimostrare la sua abilità: grazie ai pedali e a un sistema di cavi all’interno dell’abitacolo, deve mantenere la direzione e cercare di sfruttare il vento e la pendenza per tagliare il traguardo per primo.

Questo genere di gare è molto in voga negli Stati Uniti e a Denton, la “coffin race” è diventata l’attrazione più popolare del Festival del Giorno dei Morti e gli spettatori si prenotano con largo anticipo pur di seguire la gara da un ottimo punto di osservazione.

Un modo originale, e molto “americano”, di festeggiare il giorno dei morti.

 

Per approfondire

Altri video sul tema “vivere la morte con ironia” sono reperibili sul canale Youtube di SO.CREM Bologna