Segnaliamo l’articolo, di grande interessante, scritto dal Prof. Ivan Cavicchi su Il Fatto Quotidiano, a commento della recente Carta per gli operatori sanitari pubblicata dal Vaticano.
Di recente, infatti, il Vaticano ha pubblicato la nuova Carta per gli operatori sanitari nella quale si dichiara che, rispetto al testamento biologico: “Il medico non è comunque un mero esecutore” e ha “il diritto e il dovere di sottrarsi a volontà discordi dalla propria coscienza”.
«Il punto di fondo – scrive su Il Fatto Quotidiano Ivan Cavicchi, docente all’Università Tor Vergata di Roma ed esperto di politiche sanitarie – ha a che fare con il principio di auto-determinazione del malato e i suoi esiti in campo morale.
«Questo è sancito dalla Costituzione, dalla convenzione di Oviedo e da tutti i codici deontologici e di fatto segna la fine di un paternalismo, che ormai non regge più, e del connubio tra legge morale e legge naturale.
«Fino a non molto tempo fa la medicina ha accettato che tale ordine dettasse, oltre alle regole scientifiche, anche quelle morali. Per cui la sessualità, secondo l’enciclica Humanae vitae, era finalizzata alla procreazione, la malattia era accompagnata dal dolore e la vita era, in ogni caso, un valore assoluto.
«Questo da tempo non esiste più. Con la contraccezione, ad esempio, la sessualità è ammessa indipendentemente dalla procreazione. Con le cure palliative il dolore diventa un nemico da combattere. Con il caso Englaro si ammette la morte come soluzione ad una non vita.»
Secondo l’autore dell’articolo: «Il testamento biologico fa la stessa cosa; il rifiuto di inutili trattamenti invasivi, dell’accanimento terapeutico, della nutrizione artificiale, di interventi chirurgici inutili ci dicono che è possibile che una regola morale appartenga al malato in modo distinto e autonomo da quella del medico e della scienza.»
Per cui, conclude il Prof. Cavicchi: «Siccome per fare testamento bisogna essere proprietari dei beni testamentari, opporsi al testamento biologico con l’obiezione di coscienza significa che i beni testamentari non sono di proprietà dei malati, ma di qualcun altro. E questo in tutta franchezza lo trovo assai discutibile».
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Per approfondire
Leggi l’articolo Testamento biologico, perché è ingiusto contrapporre volontà di medici e malati, pubblicato su Il Fatto Quotidiano.
Leggi l’articolo Il biodiritto del fine vita, con intervista a Stefano Canestrari, professore ordinario di Diritto Penale alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna e membro del Comitato Nazionale per la Bioetica.
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Per i soci SO.CREM Bologna
Ricordiamo che i soci SO.CREM Bologna, qualora fossero interessati, possono redigere e depositare il proprio testamento biologico a una tariffa agevolata di 60 euro in virtù di una convenzione stipulata con lo studio notarile dell’avv. Francesca Archetti.
Per maggiori informazioni e contatti, si veda la pagina: Consulenza legale e notarile e deposito del biotestamento